Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Marzo 2021 – Lc 18, 9-14

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La preghiera che il fariseo recita in cuor suo al cospetto di Dio รจ sincera e descrive il vero.

Il fariseo รจ una bella persona, si impegna a rispettare tutte le norme della Tora, anzi le interpreta in senso rigorista: se i contadini erano tenuti a versare la decima parte dei raccolti al tempio, lui, che contadino non รจ, le versa anche sulle spezie e sulle tisane e su ogni suo bene. Se la Torร  prescriveva il digiuno due volte allโ€™anno, lui lo pratica due volte a settimana.

รˆ incredibile, piรน devoto di Dioโ€ฆ Solo che, alla fine, si paragona agli altri che non sono devoti come lui. In contrapposizione, in fondo al tempio, un pubblico peccatore non sa che dire e chiede solo pietร .

E Gesรน commenta, senza accusare il fariseo, o umiliarlo, senza glorificare il pubblicano o proporlo come modello: il peccatore, col cuore svuotato, ha fatto spazio a Dio; il pubblicano, col cuore colmo della santa immagine di sรฉ, ha il cuore troppo pieno di sรฉ perchรฉ Dio possa davvero entrarvi.

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