Home Blog Pagina 5628

don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

“buttano via i cattivi”

Ricordi quando da piccolo venivi escluso da un gioco per eri troppo piccolo o avevi perso? O, se non lo ricordi, certamente hai visto come reagiscono i bambini davanti a questo. Ma se questo dovesse capitarti di nuovo? Come ti sentiresti?
Nella parabola Gesù conclude che i pesci cattivi vengono tolti dalla rete e buttati via, vengono esclusi. Essere esclusi dal Regno dei cieli però non è un gioco, è esattamente la meta finale della tua vita. Quante volte pur di partecipare ad un concorso o ricevere uno sconto o una promozione si fa di tutto per avere tutti i requisiti in regola e ottenere il premio. Ma come speri di ricevere il premio della vita eterna se non vivi per meritare i requisiti giusti? Potrai forse sperare di non essere escluso dal Regno dei cieli se non ti preoccupi anche di conoscere e di vivere in modo da poterne prendere parte?

Dio è misericordioso e buono, ma non per questo puoi pensare di essere già annoverato tra quei buoni che non saranno esclusi dal Regno dei cieli. Per farvi parte c’è bisogno della tua bontà (non di quella di Dio) e questa è qualcosa che dipende da te, dal tuo modo di vivere. La misericordia di Dio invece è il modo con cui Lui sa aspettare, sperare e darti infiniti tentativi affinchè tu possa essere degno di entrare nella vita eterna. Ma non può attribuirti la bontà se non ti appartiene, o se non hai lavorato nella tua vita per essere tra quei pesci buoni che non saranno esclusi.

In breve

Non è detto che sarai ritenuto degno di far parte del Regno dei cieli. La misericordia di Dio non può garantirti fino a questo punto. Per non essere escluso c’è bisogno anche che tu sia buono e che la tua vita testimoni ai Suoi occhi il tuo impegno per farne parte.


Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:

La buona novella. Riflessioni per l’Avvento e il Natale disponibile su: AMAZON | IBS

Commento a cura di don Vincenzo Marinelli

Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

La parola “rete” oggi ci rimanda a tante cose: a internet, innanzitutto; poi magari alle calze a rete, alle reti dei campi sportivi, alle reti televisive, alle reti dei distributori commerciali o dei nostri neuroni. Eppure quella della rete è forse la più significativa tra le immagini evangeliche per illustrare il Regno inaugurato da Gesù.

Perché la rete ci ricorda che non siamo elementi isolati, ma innanzitutto relazioni. Nella rete ci sono molti nodi, indispensabili per la tenuta della stessa, con incroci e una trama ordinata. Nella rete a strascico poi si raccolgono dagli abissi e dalle intemperie del mare tanti pesci diversi, di ogni varietà; alcuni forse marci, insulsi, non commestibili, ma ciò che importa a Dio è che la rete sia piena e finché è sott’acqua non si può dire ancora molto della loro qualità.

Quindi non ci sono prove preselettive iniziali, perché si spera che tutti i pesci siano buoni, saporiti, commestibili. Sicuramente si ha fiducia nellʼabbondanza che si otterrà, come la rete stessa è abbondante, in grado di ospitare tutti e di salvare tutti. Lo scopo della rete infatti è quello di raccogliere tutti, non di proporre la salvezza solamente ai migliori.

Poi spetterà — con calma, al compimento del tempo nel fuoco dell’amore — non a noi ma ai messaggeri in uscita, sulla base dell’evidenza, rendersi conto di quali pesci purtroppo sono inservibili, marci, perché hanno rifiutato di vivere, cioè la responsabilità di accendersi per amare. Gli angeli prenderanno atto di ciò solamente quando sarà piena la nostra rete.

Qualcuno forse si sarà giocato l’occasione, ma ricordiamoci che, sulla riva della pace, il tempo della pesca sarà un tempo di gioia.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

Medita

Ognuno di noi è un peccatore, dipendente da vizi e da abitudini sbagliate, in lotta con se stesso e col mondo intero.
Tutti ci interroghiamo sul Regno dei Cieli, sull’Aldilà, sul giudizio di Dio. La cernita della pesca, immagine tra buoni e cattivi, è affidata agli Angeli e alla Divina Misericordia. Grande sofferenza attenderà chi ha offeso Dio, chi è vissuto lontano da Lui e dai suoi insegnamenti.
Un maestro della legge che diventa discepolo del Signore è un capofamiglia che trae dal suo tesoro cose vecchie e nuove. Diventare discepolo implica la missione di insegnare agli altri, quindi di trarre tutte le ricchezze dell’Antico Testamento e perfezionarle col Nuovo: è la missione della Chiesa e dei suoi ministri.

Rifletti

Nella fatica di ogni giorno cerco l’aiuto di Dio per risolvere o superare i problemi? Ho fiducia in Lui? Chiediamo al Signore di vivere nella fede e migliorare la nostra vita interiore.

Prega

Signore aiutaci a comprendere
le nostre debolezze, i nostri peccati.
Insegnaci a saper dare ascolto alla tua parola
e allontanare il buio dal nostro cuore.
Apri la nostra mente: solo così comprenderemo
il valore della nostra esistenza.


AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
SITO WEB
CANALE YOUTUBE

PAGINA FACEBOOK

TELEGRAM
INSTAGRAM

TWITTER

don Marco Scandelli – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

Il commento di don Marco Scandelli

Intelletto e volontà! Se non le concordiamo, facciamo pasticci!

Link al video

AUTORE: don Marco Scandelli
FONTE:
SITO WEB
CANALE YOUTUBE

PAGINA FACEBOOK

INSTAGRAM

TWITTER

- Pubblicità -

don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del giorno, 30 Luglio 2020

Se dono amore lo devo fare gratuitamente e solo in un secondo momento potremo discernere i giusti dai malvagi. Chi segue Cristo sa di dover trattare come tesoro ogni vita affidata attendendo un sì di corrispondenza ad una proposta d’amore gratuito.

Il nuovo e l’antico

Alla fine saremo separati.
Alla fine ci saranno i buoni e i cattivi.
Ora no.
Ora siamo tutti nella stessa rete.
Tutti diversi.
Tutti presi.
Tutti nel tuo regno.
Come una rete gettata nel mare.

Quando sarà piena la rete?
Quanto manca che arrivino i pescatori?
Quanto manca alla riva?
Morirò. Ma per vivere.
Fammi buona.
Fammi pesce per il tuo canestro.

Ho un tesoro pieno di tutto.
Fammi tirare fuori tutto.
Senza scegliere.
Perché non è ora.
Perché non tocca a me scegliere.
Ora tutto è tesoro.
Tutto è prezioso.
Il nuovo e l’antico.
Tutto vale.

Fonte: il sito di don Mauro Leonardi

Mauro Leonardi (Como, 4 aprile 1959) è un presbitero, scrittore e opinionista italiano.


don Franco Mastrolonardo – Commento al Vangelo di oggi – 30 Luglio 2020

Il commento di don Franco Mastrolonardo.

Sito web – preg.audio

p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

Si ha l’impressione, a volte, che per quanto pensa Dio e quanto pensiamo noi, siamo impossibilitati ad essere chiesa, comunità cristiana.

Il vangelo di quest’oggi, che chiude il capitolo sul Regno, con Gesù che parte di là, evidenzia come il Regno, e ancor più la chiesa, sia un raccogliere nella rete, un riunire nelle reti, tutti, ogni genere di pesci. Ogni genere di pesce deve essere accolto nella chiesa. Non è una pesca selezionata quella del Regno, ma è una pesca dove tutti sono raccolti e accolti. I discepoli, cioè noi, debbono essere quei pescatori di uomini che non possono escludere nessuno, ma tutti debbono accogliere.

Non c’è divisione tra pesci buoni e pesci cattivi. Non c’è crescita del grano buono senza la zizzania, nella rete del Regno.

La rete aggrega tutti, senza discriminazione. La chiesa non sceglie chi è bravo, buono e bello: accoglie tutti. Non può essere che così, pena la negazione della fraternità e dell’essere figli dello stesso Padre. Se infatti nego la fraternità ad un figlio di Dio, non accetto di essere figlio io stesso.

Un altro aspetto del Regno è che la rete sarà piena solo alla fine, non oggi. Per questo non è oggi il tempo della distinzione, oggi è il tempo della raccolta e dell’accoglienza. La fine sarà solo quando il fine sarà raggiunto: quando la Parola e l’accoglienza fraterna avranno pescato ogni uomo, nessuno escluso.

Allora il Figlio, l’ultimo ad essere pescato, consegnerà tutto al Padre. A quel punto termina il tempo della chiesa che scompare perché non ha più motivo di essere: inizia il tempo del Padre. Dopo il tempo del Figlio su questa terra; dopo il tempo dello Spirito che guida la chiesa, rimane il tempo del Padre dove tutto verrà riassunto nel Figlio e nello Spirito Santo.

Solo nel tempo del Padre vi sarà distinzione, secondo la sua misericordia, non senz’altro secondo i nostri giudizi e le nostre misure che il più delle volte sono alquanto meschine non certo di misericordia.

Se il presente è il tempo della pesca e dell’indulgenza, nel futuro vivremo il giudizio. Giudizio che già conosciamo, se vogliamo: sarò misurato secondo la misericordia che avrò accordato agli altri.

Se colgo il senso della misericordia di Dio, non la uso come paravento e non mi prendo gioco della bontà del Padre. Non diventa scusa per la mia malizia e per il giudizio del prossimo. Sappiamo che il Padre aspetta che ci convertiamo perché tutti possiamo essere salvati dal Figlio suo Gesù.

Sappiamo anche che la misericordia è al centro di ogni accoglienza oggi e di ogni divisione domani. Se la base del giudizio è la nostra bravura sappiamo per certo che saremo condannati. Se la base del giudizio è la misericordia del Padre sappiamo per certo che saremo salvati. Tutto il resto è nel cuore del Padre, non certo nella nostra mente. Sappiamo infatti che “la misericordia ha sempre la meglio sul giudizio”, come ci ricorda san Giacomo nella sua lettera (2, 13).


AUTORE: p. Giovanni Nicoli 
FONTE
SITO WEB: https://scuolaapostolica.com
CANALE YOUTUBE:
https://www.youtube.com/channel/UCmWv4rjT9JC1OJlyqzGS9mQ
PAGINA FACEBOOK:
https://www.facebook.com/ScuolaApostolicaSacroCuore/
INSTAGRAM:
https://www.instagram.com/scuolaapostolicasacrocuore/

don Francesco Paglia – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

“Il regno dei cieli é simile a una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci”

Una rete… L’immagine é davvero bella, non é da leggere nel senso del limite della rete però, perché a una prima lettura potrebbe sembrare un’immagine limitante… La rete può raccogliere solo i pesci fin dove può arrivare… Non tutti…

Ma lo dice Gesù stesso che il regno é simile a questa rete, una rete che raccoglie ogni genere di pesci, e solo quando é piena arriva il momento della scelta dei pesci… Dalla totalità Gesù sposta l’asse del regno sulla pienezza, vuole che in questa rete ci siamo proprio tutti, buoni, cattivi, tiepidi…

Tutti! Ma ci fa anche guardare al dopo, al giudizio, alla scelta da parte del pescatore dei pesci buoni e di quelli cattivi che sono destinati a essere buttati via… In questa rete, tra questi pesci, ci siamo anche noi… Che pesce siamo é la scelta di ogni giorno, da ogni piccola scelta, in ogni orientamento del cuore, per noi che “non viviamo per noi stessi ma per Lui che é morto e risorto per noi”!

Non sentiamoci mai esclusi dal regno, ci siamo proprio tutti, ma dipende da noi come vogliamo esserci!


A cura di don Francesco Paglia

Coordinatore del Centro diocesano vocazioni della Diocesi di Frosinone


fra Mario Berišić – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2020

La rete che viene gettata di per catturare quanti più pesci possibili è un’immagine della misericordia di Dio, Padre. È colui che non crea privilegi, non fa dal Regno dei Cieli un posto per un’élite speciale.

Gesù ci parla chiaramente con questa parabola. Dio è come un pescatore che lascia andare le reti e tira fuori tutto ciò che ha catturato con quella rete, quindi vuole che tutti noi siamo dove è Lui. Desidera altrettanto la felicità di tutti noi. Eppure, così come nella rete si intreccia ogni cosa, anche ciò che è spreco oppure ciò che è da buttare, così tutti noi siamo presi da una rete del amore di Dio, là ai trovano tutte le persone di questo mondo.

Però in quella rete ci sono due tipi di persone, persone che ai riconoscono come peccatori amati, e sanno che senza la bontà di Dio possono essere solo una cosa da buttare, e non qualcuno che fa parte del regno dei cieli.

Ci sono anche persone che non riconoscono nemmeno il loro peccato, e tanto meno la necessità di essere salvate. Quindi la differenza tra persone buone e cattive è che persone buone sono molto più consapevoli del bisogno di salvezza e non respingono questa verità, mentre persone cattive sono quelle che rifiutano essere salvate e riconosciute come buone.

Siamo tutti chiamati a scegliere il regno dei cieli ancor prima che la rete della morte ci catturi e ci porti davanti al volto di Dio.

Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap

Pagina Facebook