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Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Pietro, perché guardi il discepolo che Gesù amava e poni domande su di lui? Te ne vuoi prendere cura o sei geloso perché lui crede in Gesù senza grandi avvenimenti? Cosa ti preoccupa?

A volte capita un po’ a tutti di chiedere qualcosa che riguarda l’altro come se si giocasse a chi è il più importante. Capita nei luoghi più frequentati da noi, oratori, scuole, a lavoro e tra gli amici. Ma cosa meraviglia di più è la risposta diretta di Gesù “a te che importa? Tu seguimi!”.

Sembra che Gesù si sia irrigidito ma in verità ha dimostrato, ancora una volta, la diversità tra loro. Ognuno di loro, ognuno di noi ha un vissuto diverso, ha una fede diversa, ha emozioni, sensazioni, possibilità e speranze diverse ma si ha qualcosa in comune la direzione dove andare.

Questo è l’importante, la direzione anche se abbiamo navigatori differenti. La Parola ci indica la via e noi la percorriamo con le nostre gambe e con il cuore verso l’immensità di Dio.

Fonte: Il canale Telegram ufficiale di Animatori Salesiani: ogni giorno il Vangelo del giorno seguente sul tuo telefono e altri contenuti utili per il tuo cammino spirituale! 

p. Luca Arzenton – Commento al Vangelo di oggi, 18 Maggio 2024

Carissimi, invochiamo lo Spirito Santo che ci dona la forza e la tenacia di seguire Gesù in ogni nostro passo! 

Commento alla Parola del giorno a cura di p. Luca Arzenton, parroco di Strona, Casapinta, Soprana, Mezzana, Veglio, Camandona e Callabiana (BI), e pastore della Koinonia Giovanni Battista – Oasi di Biella

La Parola in centoparole – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Nel Vangelo di oggi Pietro ha come un moto di invidia. È il tarlo che può toccare anche i discepoli di Gesù: osservare la bontà dell’altro e guardarla con gelosia, invidia, sospetto. È un tarlo terribile perché ruba tempo all’essenziale.

Gesù risponde infatti che la cosa più importante è “seguirlo”. Siamo tutti amati, come fossimo gli unici! Non confrontarti più con gli altri, non esistono gare nella sequela di Gesù. Ciò che conta è restare uniti a Gesù, talmente uniti da essere una cosa sola con Lui.

Questo oggi egli ti dice, proprio mentre attendi lo Spirito Santo. Apri il cuore!

Ascolta “La Parola in centoparole – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024” su Spreaker.

A cura di fra Simone dal suo canale Telegram (https://t.me/centoparole)

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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Il Vangelo ci abitua ad uno stile sovrabbondante, straordinario. I racconti del Nuovo Testamento ci introducono ad una eccedenza che esula dalla nostra normale considerazione delle cose. Se qualcuno ci tradisce, lo allontaniamo.

Se qualcuno compie del male nei nostri confronti, ci difendiamo. Se ci abbandona, allora corriamo ai ripari, forti dei nostri altri saldi affetti. In qualche caso ci lasciamo andare all’odio per chi ci ha ferito.

Gesù, invece, ancora una volta prende una strada diversa, opposta; tiene con sé fino al giorno della sua ora il discepolo che in seno lo rinnega, lo ama senza alterare il proprio affetto, lo accoglie a tavola come tutti gli altri apostoli.

Per quale motivo il Figlio dell’Uomo ci dà quest’esempio, ci mostra questa via? Non è possibile vivere scusando tutti del male compiuto ai nostri danni, né è sostenibile vivere fianco a fianco con chi ci inganna.

Il Signore, tuttavia, non ci invita ad ignorare ma a perdonare, non ci spinge a chiudere gli occhi di fronte alla slealtà e alla menzogna, ma a guardare alla miseria umana, alla fragilità d’essere uomini. Nel traditore egli vede un uomo ferito, la cui lacerazione è incolmabile, nell’amico che lo rinnega un’insaziabile richiesta di amore che non può essere corrisposta, e nel compiersi delle Scritture un uomo che soffre e che sbaglia, ma non un nemico.

Cosa sarebbe la vita con gli altri se anche noi ci abituassimo a questo sguardo, se ci rendessimo partecipi di una maniera di essere al mondo come questa? Esercitiamoci al bene e allo stile sovrabbondante del nostro Maestro, tenendo a mente che l’abbondanza è la cifra costitutiva del suo agire, allo stesso modo del suo amare.

Come ci dice oggi il Vangelo: «Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere».

Per riflettere

Fermiamoci a pensare a quelle volte che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle il perdono, la comprensione da parte di qualcuno. Rendiamoci, per mezzo delle esperienze vissute, consapevoli della maniera con cui il Signore ci ama. Allo stesso modo, ritorniamo a quelle volte in cui noi abbiamo agito così per qualcun altro e assaporiamone il senso di profonda pace e bellezza, di sovrabbondanza. Preghiamo perché questo possa ispirarci oggi e molti altri giorni ancora.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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Mons. Angelo Spina – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Meditazione di Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo

Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Maggio 2024

Il gelato era il mio chiodo fisso, quando, bambino, camminavo sul lungomare. Appena vedevo qualcuno che si gustava questa bontà, mi agitavo e facevo di tutto per averne anch’io uno. Non passava molto tempo dopo averlo mangiato che ne desideravo ancora.

Nell’adolescenza sognavo di uscire la sera con la compagnia giusta. Avere una compagnia, un gruppo di amici che si trovavano insieme era il biglietto di ingresso tra le persone vincenti. Anche se ho avuto la fortuna di avere degli amici, non riuscivo a tornare a casa senza già pensare al sabato successivo.

I miei bisogni e desideri sono diventati più complessi con l’avanzare del tempo. Dovevo trovare il mio modo di seguire il Signore, la mia vocazione. Una volta data una risposta a questa domanda, altre mille ne sorgevano.

Oggi, soddisfatto e insoddisfatto allo stesso tempo, ascolto l’invito di Gesù ad andare da lui. Mi accorgo che è un invito gridato con tutte le forze. Perché Gesù grida? Egli che si presenta coma la sorgente da cui scaturiscono dei fiumi di acqua viva, perché grida?

Nell’esperienza di tutti, grida chi manca di qualcosa, non chi ha fiumi da donare. Anche se una risposta non ce l’ho, mi viene da benedire quella sete che mi accomuna con tutte le donne e tutti gli uomini, compreso, e più di ogni altro, Gesù.

Stefano Corticelli SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

Don Gabriele Casu – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Commento a cura di Don Gabriele Casu, da Radio Kalaritana – Cagliari.

fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Pietro è davvero il primo degli apostoli, ma non per il fatto che è perfetto, ma al contrario, proprio perché è pieno di debolezze ed è quindi capace di rappresentarci per quello che anche noi siamo. Forse non abbiamo la fede che lui aveva, ma di sicuro abbiamo le sue debolezze.

In uno dei suoi ultimi dialoghi con Gesù, Pietro domanda a Gesù: Signore, che cosa ne sarà di lui? (riferendosi a Giovanni, il discepolo amato) E Gesù gli risponde: Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi. Questa risposta smaschera l’invidia di Pietro.

Tra le righe è come se Gesù gli dicesse: se per lui ho riservato un futuro migliore del tuo a te che importa? Sii felice di ciò che sei, sii soddisfatto della tua vocazione, e invece di paragonarla a quella degli altri, pensa a te stesso, e sii mio discepolo, seguimi.

La tentazione di paragonare la nostra vita a quella altrui è sempre in agguato, ma questo ci può togliere la gioia di essere noi stessi, ci fa perdere il gusto della nostra vocazione, e così finiamo per invidiare quello che fanno gli altri e non facciamo quello che potremmo fare noi.

Ma tu non preoccuparti anche se ti pare che agli altri la vita vada meglio, che ti importa. Non ti basta forse che Gesù ti abbia chiesto di seguirlo? Ti pare troppo poco? No, non è poco, ciascuno di noi, ovunque si trovi può accogliere l’invito di Gesù ad essere suo discepolo.

E questa è la cosa più bella, non c’è motivo di invidiare gli altri.

Fonte

don Guido Santagata – Commento al Vangelo di domenica 19 Maggio 2023

Sono passati cinquanta giorni dalla risurrezione, i discepoli sono nel cenacolo, un vento forte invade la stanza del loro cuore chiuso, pieno di paure, fragilità, debolezze, buio; il vento dello Spirito smuove il loro cuore, lingue come di fuoco scendono dal cielo e portano luce ovunque, è lo Spirito di Dio che accende le nostre vite, spesso le sofferenze e le ansie provano a spegnere questo fuoco donato, perciò manda questa forza, per far si che mai si spenga quella fiamma! 

Gesù è asceso al cielo lasciando spazio alla freschezza e la libertà dello Spirito Santo che ci guiderà tutti alla verità! È qualcosa di prezioso che per gustarlo va svelato piano piano. Con Dio non esiste il punto, non si è mai arrivati, si è sempre in cammino, è il dinamismo della Fede! 

Lo Spirito è quel soffio di vento che spinge, sostiene, da forza alla vela della nostra vita, salvandoci dalle tante onde ostili e dalle tempeste che spesso si abbattono su di noi, con forza ci orienta verso la verità, verso la libertà!

Ascolta “don Guido Santagata – Commento al Vangelo di domenica 19 Maggio 2023” su Spreaker.

Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2024

Il commento al Vangelo del giorno di padre Enzo Fortunato.