Il Padre Nostro spiegato da: Origene

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Sia fatta la Tua volontà

Sia fatta la Tua volontà sulla terra come in cielo.

Questa petizione è presente solo nel Vangelo di Matteo non già in quello di Luca che prosegue nella preghiera dicendo: “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Studiamo quindi le parole riportate da Matteo.

Noi che siamo sulla terra, preghiamo che anche qui si compia la volontà di Dio in quanto diamo per scontato che nel cielo, dimora dei santi, questa volontà venga compiuta pienamente. È ovvio, tuttavia, che ciò potrà avvenire se noi, in terra, non faremo alcunché al di fuori della stessa volontà di Dio. Quando noi la adempiremo pienamente, allora noi mortali saremo simili agli esseri del cielo, erediteremo il regno dei cieli e coloro che ci succederanno sulla terra, domanderanno a loro volta di divenire simili a noi che, nel frattempo, saremo saliti al cielo.

Ma le parole di Matteo “sulla terra come in cielo” hanno una portata più ampia. La preghiera insegnataci da Cristo sarebbe la seguente: che il nome di Dio sia santificato sulla terra come in cielo e che la Sua volontà sia fatta sulla terra come in cielo. Il nome di Dio è stato santificato dagli abitanti del cielo e la Sua volontà viene adempiuta tra loro. Ebbene anche noi, abitanti della terrà, potremo realizzare pienamente queste cose se sapremo mostrarci degni di essere esauditi da Dio.

Ma, sempre a proposito di questa parola, potrebbe obiettarsi: come mai la volontà di Dio viene fatta in cielo, dove pure abitano gli spiriti del male (Ef. 6, 12), per cui, come dice Isaia (34, 5) “nel cielo si è inebriata la spada del Signore”? Da ciò è lecito pensare che chiedere che la volontà di Dio sia fatta sulla terra, come viene fatta in cielo, sia un’imprudenza, in quanto potrebbe determinare una discesa sulla terra delle potenze del male che abitano in cielo? Infatti molti uomini di quaggiù sono stati corrotti dagli spiriti cattivi che abitano i luoghi celesti.

Ma colui che ha discernimento e scruta con spirito illuminato le Scritture, risolverà facilmente questo dubbio: il cielo e la terra rappresentano il Cristo e la Chiesa, rispettivamente trono del Padre e sgabello dei suoi piedi. Ogni membro della Chiesa, infatti, deve chiedere al Padre· di poter compiere la volontà di Dio allo stesso modo di Gesù che è venuto nel mondo e l’ha realizzata nella sua vita interamente e fino alle estreme conseguenze. Facendo anche noi così, potremo diventare un solo spirito con Cristo e compiere così la volontà di Dio: in tal modo questa volontà sarà fatta sulla terra come in cielo. San Paolo, proprio a questo proposito, afferma, infatti, che colui che si unisce a Cristo, diventa con Lui un unico spirito. Io credo che questa interpretazione della parola sia da condividere e non da respingere. Quindi là preghiera rivolta a Dio, in ultima analisi, ci consente di uniformarci a Cristo e, uno con Lui, fa sì che noi possiamo. compiere la volontà del Padre.

Si potrebbe obiettare che Gesù, dopo la resurrezione, aveva detto agli Undici di aver ricevuto sulla terra poteri uguali a quelli ricevuti in cielo> Le cose del cielo sono eterne ed esistono da, sempre nella loro perfezione, quelle della terra· imitano quelle del cielo grazie alla potenza che Dio ha conferito al suo Figlio unigenito. Ora, con la preghiera, il Figlio vuole unire a sé, presso il Padre e quindi nella perfezione celeste, coloro che Dio gli ha assegnato: e che vivono sulla terra. In questo modo “le cose della terra”, cioè gli uomini, corruttibili ed imperfetti, possono, grazie alla  potenza mediatrice  che il figlio ha ricevuto sulla terra come in cielo, divenire simili alle “cose del cielo”, cioè agli esseri celesti, ai beati, ai giusti che godono della vicinanza con Dio. E’ chiaro, quindi, il significato della frase “m’è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” che, come Cristo ha detto, anche ogni uomo può proferire una volta risorto,’ dopo un’esistenza fortificata dall’obbedienza. Costui, unito al Figlio primogenito, ha ricevuto da Lui le cose che gli appartengono e quindi partecipa alla Sua divinità. Resta ancora da risolvere un’ultima difficoltà.

Come mai, cioè, la volontà di Dio può dirsi attuata in cielo se gli spiriti del male proprio in cielo combattono gli abitanti della terra? Rispondo.

Colui che abita sulla terra ha già il suo posto in cielo e, vivendo sulla terra, accumula tesori in cielo in quanto, se ha lo spirito di Dio in sé, compie sulla terra opere giuste che gli saranno accreditate in cielo; allo stesso modo, lo spirito del male, che abita in· cielo, ha una sua dimora sulla terra. Anch’esso ammucchia tesori sulla terra, tendendo trappole ed imboscate agli uomini e lottando contro di essi. Costoro, spinti dal male, non abitano nel cielo perché le loro opere sono malvagie.

Concludendo: “sia fatta la Tua volontà sulla terra come in cielo”, non significa affatto che si trovino in cielo coloro i quali con il loro pensiero sono caduti dal cielo come Satana (Le. 10, 18). Domandando di pregare che sia fatta la volontà del Padre sulla terra come in cielo, Gesù forse non ordina di pregare affinché gli “abitanti della terra” divengano simili agli “abitanti del cielo”; quanto semplicemente che tutti “gli abitanti della terra”, cìoé i cattivi, . assomiglino agli “abitanti nel cielo”, cioé a coloro che, pur vivendo sulla terra, hanno un tesoro in cielo e che quindi, proprio per questo, sono diventati “cielo”. Il peccatore è “terra” e se non si pente, rimarrà eternamente “terra”. Al contrario, colui che fa la volontà di Dio e non disobbedisce alle· Sue leggi di salvezza, è “cielo”. Quindi se noi siamo ancora “terra” a causa dei nostri peccati, preghiamo Dio affinché la Sua volontà ci trasfiguri come ha fatto con coloro che magari prima erano come noi ma che adesso sono diventati “cielo”. Se poi, grazie a Dio, non siamo più “terra” ma “cielo”, preghiamo Dio perché in coloro che sono ancora “terra”, i peccatori, si compia la volontà di Dio e divengano “cielo”, cosicché alla fine non ci sia più “terra” ma tutto sarà diventato “cielo”. Secondo· questa interpretazione, se la volontà dì Dio è_ fatta sulla terra come in cielo, la terra non può rimanere “terra”. Per esempio, se la volontà di Dio si compie tra i temperanti, gli intemperanti (“terra”) diventeranno temperanti (“cielo”). Se si compie presso gli ingiusti come presso i giusti, i primi (“terra”) diventeranno giusti (“cielo”).

Dunque se la volontà di Dio si realizzerà sulla terra come in cielo, tutti saranno cielo. È vero che la carne ed il sangue, nella loro corruttibilità, non possono ereditare il regno di Dio; tuttavia, lo erediteranno se, grazie all’intervento di Dio, da vile materia si trasformeranno in sostanza celeste.