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โฆ e โGesรน vide un pubblicano!โ.
Il profeta Isaia, al capitolo 58, 9, ci dice: ย
โSe toglierai di mezzo a te lโoppressione, il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore allโaffamato, se sazierai lโafflitto di cuore,
allora brillerร fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarร come il meriggioโ.
Protagonista del nostro essere figli di Dio รจ lo sguardo. Lo sguardo di Gesรน vede ciรฒ che noi normalmente non vediamo, preoccupati come siamo, di cercare giustificazioni accusatorie alle nostre malvagitร . Lo sguardo di Gesรน vede un affamato e gli dร da mangiare, non sta a filosofeggiare se รจ pubblicano o giusto, se รจ dei nostri o degli altri. Anzi, siccome vede la fame dello straniero dice che รจ venuto per loro, non per noi italiani anche se abbiamo il Papa in casa.
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Il suo sguardo si posa su Levi mentre รจ seduto al banco delle imposte. Lo sguardo di Gesรน penetra Levi e lo attira, fino ad indurlo a lasciare tutto per una vita nuova, anche se non conosciuta. Lo sguardo chiama e chiama con forza e con libertร allo stesso tempo. Pensiamo quanto tempo passiamo noi a guardare il male dellโaltro e a volere obbligarlo a fare qualcosa che abbiamo in testa noi. Gesรน a Levi dice: Seguimi! Con un se vuoi che scoppia e saltella di gioia in mezzo a loro.
Il pubblicano collaborazionista dei romani รจ guardato da Gesรน, con uno sguardo che vede oltre, vede la sua umanitร , vede al di lร della sua professione, vede al di lร delle sue ruberie e dei suoi peccati, vede al di lร delle sue angherie. Gesรน vede e non punta il dito, non parla male di Levi: vede un cuore afflitto e affamato e lo sazia con il suo sguardo e la sua voce. Vede oltre, vede lโuomo creato a immagine e somiglianza di Dio.
Lo sguardo, โlo sguardo di Gesรน non รจ qualcosa di magico: Gesรน non era specialista di ipnosi. Gesรน guarda ognuno, e ognuno si sentiva guardato da lui, come se Gesรน ne dicesse il nome. E questo sguardo cambiava la vita a tuttiโ, ci ricorda Papa Francesco.
Il nostro di sguardo รจ invece troppo spesso corto, incapace di riconoscere in profonditร le persone che incontriamo, incapace di trovare la perla preziosa nel campo del cuore del prossimo. Ci fermiamo al giร noto e, per questo, abbiamo occhi che non vedono. Agli occhi di Gesรน Levi non รจ Levi ma Matteo, uno che neanche Levi conosceva. Levi non รจ un condannato, un finito, uno straniero, uno da sfruttare o da usare. Gesรน lo chiama e la sua vita di prima, lasciatala, diventa premessa di un lasciare per ritornare leggero a camminare. Gesรน chiama Levi a diventare Matteo distogliendo il suo sguardo dallโidolo del denaro e del possesso. Chiede a lui di cambiare la direzione del suo sguardo: dai soldi alle persone. Levi decide: non si oppone, si lascia guardare e si lascia toccare nel cuore assetato dallโamore dello sguardo che non punta il dito. Si alza e si mette in cammino: un incontro di sguardi vero, cambia la vita, รจ il caso di affermarlo. ย ย ย
A noi, questo sguardo accogliente di Gesรน, dร fastidio, non lo sopportiamo, soprattutto se rivolto a chi noi veramente conosciamo. A noi, farisei dellโoggi, la solidarietร coi peccatori e gli emarginati non va bene. Non ci va bene che si ritrovino in tanti a mangiare da Levi: tutta sta gentaglia che ne approfitta dei soldi che quel tanghero ladrone di Levi ha sottratto alle nostre tasche grazie alle tasse che i romani ci impongono, per fare festa e gozzovigliare. Oltretutto in mezzo a loro cโรจ anche il Papa, roba da matti. Gesรน mangia e noi puntiamo il dito, lui guarda in profonditร e noi lo accusiamo di essere un ingenuo, Lui chiama sto disgraziato e noi alziamo la voce contro questo scandalo, Lui viene a noi su di un barcone e noi gli diciamo che non ha le carte in regola. Diciamocelo con sinceritร : lโaccoglienza indiscriminata di Gesรน non รจ cosa sopportabile, questo suo stile ci fa problema.
Eppure Gesรน non si ferma, non รจ Lui che scandalizza, siamo noi che ci scandalizziamo. Lui, semplicemente, non รจ venuto per i sani ma per i malati, cioรจ io. Non per i giusti ma per i peccatori. Ma sarebbe cosรฌ semplice la cosa, se Gesรน non si intestardisse a guardare con subdola mania oltre il visibile e lโapparenza! Ma questo รจ lโamore del Padre nostro: non ci ama se siamo bravi, ci ama! Ci ama senza condizioni. Il suo amore non dipende dal merito, รจ gratuito. ร questione di sguardi. Sguardi che ci chiedono di imparare a guardare come Lui guarda. Dio Madre รจ nellโimmagine di chi guarda con tenerezza particolare pubblicani e peccatori. Uno sguardo convinto e convincente, uno sguardo che non si ferma e che cammina e che diventa invito a riprendere il cammino alzandoci dal banco delle imposte, dalle nostre false sicurezze, riprendendo il cammino. Uno sguardo che cancella le distanze: del Messia non ha bisogno chi si pensa giusto.
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchรฉ si convertano.
