HomeVangelo del Giornop. Giovanni Nicoli - Commento al Vangelo del 25 Aprile 2024

p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 25 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 16,15-20

“Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura”, significa che dobbiamo fare arrivare il Vangelo, o dobbiamo lasciare che arrivi, in ogni angolo di vita che esiste. In ogni angolo della mia vita, della mia psiche, della mia volontà, del mio desiderio, del mio scegliere, del mio lavorare, del mio fare affari; come in ogni angolo di vita del mondo intero: sia esso natura, sia vita vegetale, sia vita animale, sia vita umana.

Ma cosa significa portare il vangelo in ogni angolo della terra? Cosa significa portare la buona novella? Significa cominciare ad accorgerci che ciò che reputiamo più è in realtà un meno.

Non significa tanto comprendere ciò che è male e rinunciarvi. Significa invece cogliere quel bene che io perseguo ogni giorno e rinunciarvi.

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Paolo, di cui oggi è la festa, ha considerato perdita, dopo la sua conversione, ciò che era solido e sicuro: la bontà delle cose che perseguiva ogni giorno, la sua religiosità di pio israelita, la sua religiosità irreprensibile. Questo perché Cristo era entrato in Lui, perché lui, Paolo, era stato evangelizzato. Ciò che lui riteneva buono, da buon israelita, ciò che era ritenuto basilare per la sua vita, è diventato spazzatura. A tutto questo non è diventato indifferente, ma ha rifiutato ciò che è diventato non più buono.

Essere evangelizzati significa, allora, reputare perdita tutto ciò che non è Cristo, vale a dire tutta la nostra sicumera di pensare di poterci salvare da soli, con le nostre buone azioni. Ciò che prima ritenevo sicurezza e chiarezza, lo ritengo tenebra e perdizione. Ciò significa che se Cristo diventa il centro della mia esistenza, tutto il resto della mia religiosità, delle mie opere pie, del mio agire bene, del mio essere a servizio della chiesa diventa spazzatura. Con Cristo tutto il resto diventa meno. Ciò che ritenevo essenziale alla mia esistenza, diventa una perdita.

Se lo reputo perdita perché evangelizzato e perché Cristo si è impiantato al centro della mia esistenza, allora devo essere certo di non volere più fare ritorno non alla mia malvagità, ma alla mia bontà. La mia bontà è stata sottoposta a giudizio ed è stata giudicata “male”, perché occupa un posto, nel mio cuore e nella mia esistenza, che è il posto, per uno evangelizzato, di Cristo.

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Evangelizzare significa spazzare via i muri delle nostre chiese e le nostre strutture ecclesiastiche: tutte cose buone che però sono male perché continuamente si propongono al centro della nostra esistenza, togliendo posto e centralità al Cristo stesso.

Uno solo sarà il mio guadagno, se sono evangelizzato, quello di essere povero e mendicante: solo nell’ essere mendicante di Cristo potrò essere ricco.

Allora e solo allora i demoni saranno scacciati dalla mia vita e dalla vita della chiesa; allora e solo allora il veleno della mia bontà sarà annullato dalla vera bontà che è Cristo. Allora parleremo lingue nuove che non si lasciano più invaghire da apparenti bontà pseudo religiose. Allora e solo allora, saremo oggetto di imposizione di mani del Cristo e di chi Lui ci manderà e saremo guariti dalla nostra cecità, divenendo a nostra volta, liberi da ogni “bontà”, gente che evangelizza imponendo le mani perché il “bene” sia scacciato da noi lasciando spazio solo al Cristo, il vero Bene.

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