p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 22 Ottobre 2023

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Impariamo a restituire a Dio ciรฒ che รจ suo

Abbiamo sempre bisogno di appartenere a qualcuno. Siamo tutti come la moneta romana che mostrano a Gesรน: ยซDivo Tiberioยป, ยซsono del divino Tiberio, figlio di Augustoยป. E io a chi appartengo? Forse alle cose, ai poteri forti, al pensiero dominante, oppure ai miei sogni, ai legami vitali, allโ€™amore che provo e che, mi assicura la Bibbia (cf 1Gv 4,16), รจ ยซDio che ama in meยป?

I filoimperiali di Erode e gli indipendentisti del sinedrio pongono a Gesรน una di quelle domande taglienti che fanno impennare lโ€™audience e dividono gli spettatori: maestro, tu che sei libero e dici le cose come stanno, che relazione hai con Cesare, con il potere? La risposta di Gesรน รจ acuta: come al suo solito, davanti a domande maliziose o capziose, porta gli uditori su di un altro piano, spiazzandoli con un doppio cambio di prospettiva.

Primo cambio: sostituisce il verbo ยซpagareยป con ยซrestituireยป: rendete, restituite a Cesare ciรฒ che รจ di Cesare. Un imperativo forte, che coinvolge ben piรน di qualche moneta, che dร  unโ€™anima nuova alle relazioni: restituite il molto ricevuto, date indietro, guardate alla sorgente. Vivere รจ restituire vita, che viene da prima di noi e va oltre noi.

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Altro commento di fra Ermes

IL DEBITO

Tutto viene da prima di te e ti va oltre. Esistere non รจ un diritto, prima ancora รจ un debito. Debito verso Dio e verso gli altri. Debito verso la terra e il tuo pane quotidiano, dove รจ impressa la storia del mondo insieme a quella di Dio. 

รˆ lecito dare tributo a Cesare? O no?

La domanda รจ perfida: tu che hai preso tra i dodici quel Matteo esattore dei tributi a Cesare; e Simone lo zelota, il guerrigliero armato, tu con chi stai? Sei un collaborazionista o un sovversivo?

Siamo a Gerusalemme, nell’area sacra del tempio dovโ€™era proibito introdurre qualsiasi figura umana, anche se coniata sulle monete. Per questo stavano, attenti, i cambiavalute all’ingresso. I farisei, i puristi dalla religiositร  ostentata, vi portano dentro una moneta pagana con l’effigie dell’imperatore Tiberio, ma sono smascherati: sono loro stessi a violare la norma, mostrando di seguire la legge del denaro e non quella di Mosรจ.

Gesรน non cade nella trappola, anzi: ipocriti, li chiama, commedianti, la vostra esistenza รจ una recita. E risponde mutando il loro verbo โ€œdareโ€ in โ€œrestituireโ€: restituite a Cesare ciรฒ che รจ di Cesare. Un imperativo forte per dire โ€œridai indietro a Cesare e a Dio, perchรฉ nulla di ciรฒ che hai รจ davvero tuoโ€.

Di nulla sei padrone, tutto viene da prima di te e ti va oltre. Esistere non รจ un diritto, prima ancora รจ un debito. Debito verso Dio e verso gli altri, amici, storia, cultura, lavoro, societร , scienza. Debito verso la terra e il tuo pane quotidiano, dove รจ impressa la storia del mondo insieme a quella di Dio. Un tessuto di debiti รจ la tua vita: paga il tuo debito d’amore, di benessere, d’istruzione. Vita va, vita viene. Da altri a te, da te ad altri, in circuito aperto.

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Chi รจ Cesare? Solo lo Stato, il potere politico con il suo pantheon di facce note? Ho un debito verso la societร  intera e cosa le restituisco? Cosa faccio per sanare questo mio pianeta intossicato dove ho il dono di esistere? Allora mi spetta dare qualcosa. Anchโ€™io sono in debito con madre terra, ora piรน che mai!

Noi non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli (Tribรน della luna โ€“ Nativi Americani).

Ancora, Gesรน non si accontenta e toglie allโ€™imperatore la sua pretesa divina: Cesare non รจ Dio.

Restituite a Dio ciรฒ che รจ suo: di Dio รจ l’uomo, fatto poco inferiore agli angeli (Salmo 8), e al tempo stesso poco piรน che un alito di vento (Salmo 44); uno stoppino fumante, ma che tu, Cesare, non spegnerai.

Sulla mia mano porto inciso: io appartengo al mio Signore (Isaia 44,5). Parole che giungono come grande decreto di libertร : tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti e fuggi ogni tentazione di lasciarti asservire.

Lโ€™uomo nasce come vita che risplende, come talento d’oro su cui รจ coniata solo l’immagine di Dio. Ridai a Dio ciรฒ che รจ suo, cioรจ te stesso. A Cesare le cose, a Dio le persone. A Cesare oro e argento, a Dio l’uomo.

Tu non metterai le mani sull’uomo. L’uomo รจ il limite invalicabile: non ti appartiene, non violarlo, non umiliarlo, non abusarlo, ha il Creatore nel sangue e nel respiro.

Fonte