p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 30 Luglio 2023

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“Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male…”

Salomone, il re saggio, chiede a Dio non potenza, né ricchezza ma un cuore docile. Chiede di saper discernere bene e male, ed essere operatore di giustizia.

In questa richiesta manifesta di affidarsi  a Dio che guida i suoi pensieri e vive la consapevolezza della propria responsabilità. Un cuore docile è quello di chi si lascia interrogare dalle situazioni, di chi presta sta in ascolto, di chi non ha risposte semplici ed immediate, di chi si pone in ricerca.

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Salomone chiede di poter operare ‘giustizia’: è questo il tratto della fedeltà di Dio che non viene meno alle sue promesse. Praticare il governo, vivere una responsabilità per altri diviene luogo per attuare fedeltà a Dio che ascolta i poveri e per rimanere fedele al suo popolo. Essere re in Israele significa farsi testimone dell’agire di di Dio che ha cura della vedova, dell’orfano del forestiero.

Salomone chiede un cuore docile per individuare scelte giuste nelle situazioni concrete, mettendosi in ascolto della sete di giustizia di chi non ha altre difese.

Tre parabole del vangelo rinviano al tesoro, alla perla, alla rete. Gesù parla del regno dei cieli indicando innanzitutto l’esperienza della ricerca. Chi ascolta le sue parole è chiamato a porsi in una situazione di apertura, di cammino e scoperta. Il regno dei cieli è scoperta inattesa. E’ trovare un tesoro, nascosto e prezioso: per questo vale la pena di lasciare tutto il resto.

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La perla è il secondo paragone: come chi va in cerca di una perla preziosa. Anch’essa è realtà preziosa, occasione unica, da non perdere. il regno va accolto con la gioia di chi scopre un tesoro tra le sue mani .

La terza parabola rinvia alla pesca: alcuni pesci erano considerati puri, altri impuri e dopo la pesca andava compiuta una selezione (Lev 11,10). Gesù richiama questo per parlare del regno che esige pazienza, attesa. Raccogliere i pesci buoni e buttare via i cattivi è azione che verrà. Nel presente il compito urgente è un altro, quello di gettare la rete nel mare dell’umanità, di allargare in ogni modo la rete dell’accoglienza e della testimonianza. Il regno è in atto e tuttavia rinvia ad un futuro nelle mani di Dio.

Nel tempo è già presente questo tesoro da scoprire, una perla da accogliere con gioia. In questa storia è in atto un dinamismo di vita, di accoglienza, di speranza. Chi ascolta è chiamato a vivere la gioia di custodire un tesoro, di divenire testimone di questa novità che è relazione con Dio e con gli altri. 

Questa medesima fiducia nel tempo in cui è presente il disegno di comunicazione di Dio risuona nella lettera di Paolo (seconda lettura): ‘noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno’.

Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.