p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 17 Luglio 2022

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p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.


Betania, villaggio vicino Gerusalemme, luogo di passaggio. Lì Gesù trovava accoglienza presso la casa di amici: Lazzaro, Marta, Maria. Betania è luogo di amicizia vissuta, di sosta e di riposo: è casa laddove si respira aria di accoglienza delicata e benvolere. Gesù ha sperimentato nella sua vita il dono dell’amicizia, di quell’affetto umano che riempie la vita e la apre. A Betania assaporava l’ospitalità amica. Subito dopo la parabola del samaritano Luca tratteggia un momento di incontro a Betania di Gesù nel suo andare. Quasi si potrebbe leggere la domanda  del dottore della legge ‘maestro che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?’, quale filo unico e conduttore della parabola del samaritano e della scena di Betania.

Nella tradizione è stato contrapposto l’atteggiamento di Marta tutta presa dai molti servizi e quello di Maria, seduta ai piedi di Gesù, che ascoltava la sua parola. La scelta migliore sarebbe quella di Maria in contrasto con l’agitarsi di Marta. Da qui le riflessioni sulla superiorità della contemplazione e della preghiera sull’attività e sul lavoro stesso.

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Ma si può cogliere forse un messaggio di questa scena nel legame con la parabola del samaritano: Gesù ha appena detto che lo straniero e l’eretico che si era fermato era colui che si era scoperto prossimo dell’uomo ferito sulla strada e aveva così posto in atto ciò che è essenziale per avere la vita. Gli altri due, uomini religiosi, dediti al culto e alla preghiera non si erano fermati ed erano passati oltre e Gesù vede in loro il tradimento della fede in Dio che chiede di servire il fratello per incontrarlo. Cosa vale veramente? il servizio. E nella casa di Betania proprio Marta è delineata come ‘presa dai tanti servizi’: è una figura bella e positiva che esprime in modo diverso la medesima attitudine del samaritano, il prendersi cura. Ed accanto a lei Maria che ascoltava la parola di Gesù.

Anche Maria si prende cura nell’accoglienza dell’ascolto. Sono in fondo due volti ma ne compongono uno solo. Non vi è contrapposizione di ascolto e azione: la scena di Betania richiama ad una ospitalità che si delinea come scoperta di essere prossimi, e si fa ascolto dell’altro. L’ascolto rimane sterile se non porta frutto nella vita e alla radice di un agire di servizio la radice di fondo è proprio l’ascolto. In questo senso è la parte migliore. Solo ne dare spazio all’altro si genera una relazione significativa. E certamente il servire deve mantenersi nell’apertura al riconoscimento dell’altro per non ridursi ad una azione ripiegata su di sé senza l’altro. Il centro dell’annuncio di Gesù è invito a ‘scoprirsi’ e ‘farsi’ prossimo: nell’incontro di Betania si sottolinea che il servizio non deve esaurirsi in se stesso, non deve impedire l’ascolto, degli altri e di Dio. Lo stare seduti ai piedi di Gesù è il gesto proprio di chi non dà troppa importanza nemmeno al nostro agire. E’ in fondo povertà e distacco. Stare rivolti verso l’altro, verso Gesù, è chiamata per tutte le discepole e i discepoli.

Alessandro Cortesi op

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Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi