p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 13 Agosto 2023

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La narrazione dell’esperienza di Elia sul monte, della sua desolazione e dell’incontro inatteso con Dio che si fa sentire nel silenzio è una tra le pagine più intense del Primo Testamento. “… il Signore passò davanti a lui” ma il Signore non passa né nel terremoto, né nel fuoco, né nel fragore di un vento impetuoso.  La presenza di Dio si fa vicina nella voce di un impalpabile silenzio che non lascia spazio ad alcuna pretesa di possedere Dio, di pronunciarne il nome o di farne un idolo.

Elia si copre il volto con il mantello e con questo gesto dice l’esperienza del suo stare davanti al volto di Dio. Aveva vissuto la sua testimonianza, si era scontrato con i profeti di Baal, si era attirato l’ira del re preoccupato di avere una religione a servizio dei suoi interessi. In una condizione di solitudine e di desolazione vive la sconvolgente esperienza del farsi vicino di Dio: la ‘voce di un leggero silenzio’ giunge ad Elia nel deserto aprendo il suo cuore ad una promessa di futuro e con l’invito a riprendere il cammino.

Dio non si fa incontrare in eventi sconvolgenti, ma in punta di piedi si avvicina nel momento del deserto, sul monte. Non è là dove si pensa che egli sia, ma si comunica a noi silenziosamente in modo nascosto, rivolge la sua chiamata in modo discreto, non segue le logiche del clamore o dell’entusiasmo religioso.

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Questa pagina racchiude certamente una critica ad una religiosità che confonde Dio con gli elementi della natura per dire che Dio è il totalmente altrimenti, ma è anche e soprattutto una grande proposta di una fede liberata dalla pretesa di possedere Dio stesso. La sua presenza è come soffio, il suo nome è silenzio che rinvia ad un cammino, ad una ricerca ad un futuro da accogliere.

Elia scopre che il Dio che lo chiama è un Dio nascosto, i suoi pensieri non corrispondono ai pensieri di grandezza e di potenza umani. La sua promessa apre ad un ‘oltre’ e ad un ‘altrove’. Elia deve convertirsi ad un nuovo volto di Dio che lo costringe ad una sempre nuova conversione, a  riprendere il cammino che lo porterà ad incontrare in modo nuovo gli altri.

Nella pagine vangelo Gesù dice: ‘Coraggio, sono io, non abbiate paura’. Afferra Pietro e lo richiama: ‘perché hai dubitato?’

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Sulla barca di fronte alle forza del male simboleggiate dallo sconvolgimento del mare, la paura è vinta da una parola di Gesù parola che è promessa di presenza e vicinanza. La sua parola vince le onde e rinvia ai prodigi dell’esodo quando Dio fece passare a Israele il mare (Es 15,8.16). Al mare, simbolo delle forze della morte, dice ‘Taci, calmati’. Nella risurrezione ha sconfitto il buio del male, ed ha portato la pace. Invita i suoi ad avere fede che è abbandono in un incontro: è la fiducia di essere tra le mani del Padre buono, che ha cura di noi, ci libera da ogni male e ci rende responsabili di liberazione per gli altri.

Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.