Nico Guerini – Commento al Vangelo di Domenica 30 Maggio 2021

760

Santissima Trinitร : il Trono di grazia

La storia della Trinitร  comincia con Gesรน. รˆ lui la porta che ci apre lโ€™accesso a questo mistero, la chiave di volta che sostiene la fede in un Dio che รจ uno e trino. Giovanni lo dice chiaramente nel suo Prologo: ยซDio nessuno lโ€™ha mai visto: lโ€™unigenito di Dio, che รจ verso il grembo del Padre, egli lo ha narratoยป (Gv 1,16).

Il lettore noterร  che questa traduzione di Fausti differisce in qualche punto, marcato con il corsivo, da quella della Bibbia CEI: รจ piรน letterale, non usa il termine esplicito โ€œFiglioโ€, ma si limita e parlare di โ€œunigenitoโ€, piรน suggestivo che dichiarativo; invece che โ€œnel seno del Padreโ€ impiega lโ€™espressione โ€œverso il gremboโ€, che di nuovo รจ meno diretta (lโ€™inglese NRSV usa โ€œvicino al cuore del Padreโ€), ma soprattutto invece del verbo โ€œrivelatoโ€ si trova โ€œnarratoโ€, che trovo piรน vicino al greco, reso dalla Volgata con enarravit, e che mi convince di piรน, perchรฉ se โ€œrivelareโ€ richiama lโ€™idea di una spiegazione ex cathedra, chiara e definita, il verbo โ€œnarrareโ€ evoca una storia, una serie di eventi, ed รจ questo che Gesรน ci fa conoscere, non solo attraverso ciรฒ che dice, ma soprattutto ciรฒ che fa, a cominciare dal suo continuo riferirsi a Dio come โ€œPadreโ€.

Questa, che puรฒ parere una premessa un poโ€™ futile, risulta invece cruciale per capire che ciรฒ che riceviamo come dogma preciso in tutte le sue parti, in realtร  รจ frutto di lunghe riflessioni e discussioni, che hanno raggiunto il traguardo nel Concilio di Nicea del 325.

รˆ pensabile che tocchi pure a noi ricordare che la fede รจ anche un โ€œpercorsoโ€, anche se il traguardo descritto dalla dottrina rimane un punto di riferimento che ricordiamo almeno due volte: nel Credo e nel segno di croce. Questo gesto, tra lโ€™altro, ci ricorda che รจ solo con la morte e risurrezione di Gesรน che la โ€œnarrazioneโ€ arriva alla conclusione, quella che fissa lโ€™immagine della Trinitร  per sempre.

Parlo di โ€œimmagineโ€ perchรฉ, se รจ difficile spiegare la Trinitร , รจ ancora piรน arduo dare una figura che la rappresenti. Sono stati fatti diversi tentativi in proposito, dei quali il piรน celebre รจ la Trinitร  rappresentata dai tre angeli di Andrei Rublev.

La realizzazione piรน riuscita mi pare essere quella che trovรฒ forma nel tardo medioevo, soprattutto nellโ€™area germanica, e che va sotto il nome di Gnadenthron, o โ€œTrono di graziaโ€, espressione che viene da Eb 4,16: ยซAccostiamoci con fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, cosรฌ da essere aiutati al momento opportunoยป.

Ho giร  parlato lโ€™anno scorso di questo tema, ma non mi spiace riprenderlo qui per la sua enorme importanza a livello catechetico, dato che non di rado le immagini dicono piรน delle parole e hanno unโ€™efficacia immediata.

Il pregio di tale rappresentazione รจ di rendere la Trinitร  non in modo statico, ma in chiave storica, nel suo progressivo rivelarsi, con Gesรน giustamente al centro.

Da noi la piรน famosa e la piรน vicina allo schema tradizionale รจ quella di Masaccio a S. Maria Novella a Firenze: il Padre siede su un trono regale, con in capo una tiara o una corona; sorregge il corpo del Crocifisso, con o senza croce, in qualche caso il solo cadavere di Gesรน deposto dalla croce come si vede nelle rappresentazioni della Pietร ; tra loro, a fare da cerniera, ritratto sotto forma di colomba, lo Spirito Santo, che genera il Verbo incarnato, รจ restituito al Padre nella morte di Gesรน (Gv 19,30), e lo riceve di nuovo da lui con la risurrezione.

Ma la suprema raffigurazione della Trinitร  storica รจ stata raggiunta da Lorenzo Lotto, ora nel Museo Bernareggi di Bergamo, che si puรฒ vedere in Internet cliccando Iconografia della Trinitร . Rispetto a molte rappresentazioni piuttosto affollate, Lotto riesce a darne una sintetica ma densissima di senso. Il Padre, che nessuno ha mai visto, รจ ridotto a una โ€œnube luminosaโ€ che alza le braccia al cielo in segno dellโ€™offerta del Figlio (Rm 8,32); il Figlio รจ il Cristo risorto, senza alcuna croce, che tende le braccia verso la terra e mostra le piaghe in versione minima, a indicare che la passione รจ stata assorbita nella risurrezione; in mezzo, tra i due, sta la colomba dello Spirito; alla fine, come elemento del tutto originale, i piedi di Cristo poggiano su un arcobaleno, segno di riconciliazione, sotto il quale il mondo รจ riassunto in un paesaggio agreste dove regna la pace. Pura teologia in pittura, di quanto credo la teologia non riuscirebbe a rendere cosรฌ bene e in cosรฌ poco spazio.

Devo solo aggiungere che il quadro si puรฒ leggere in due direzioni: dallโ€™alto in basso si coglie la โ€œstoriaโ€ del rivelarsi della Trinitร : Padre, Spirito Santo, Figlio; dal basso verso lโ€™alto รจ disegnato il nostro percorso di comprensione: Figlio, Spirito, Padre.

Non so quanti riuscirรฒ a convincere della bontร  ed efficacia di tale discorso, e come sia possibile trasferirlo in unโ€™omelia senza avere la tela davanti agli occhi. Ma cโ€™รจ una via piรน semplice, legata a tre parole soltanto, e si trova in Giuliana di Norwich che, nel cap. 83 delle Rivelazioni, riassume cosรฌ le tre proprietร  di Dio: ยซvita, amore e luce (life, love, light). Nella vita cโ€™รจ una meravigliosa familiaritร , nellโ€™amore una gentile cortesia, e nella luce una natura eternaยป (p. 325). Ho indicato il testo inglese, perchรฉ in quello รจ dipinta lโ€™unitร  nella Trinitร : tre monosillabi che iniziano tutti con unโ€™unica lettera.

Lโ€™unicitร  di Dio

Venendo alla liturgia del giorno, possiamo individuare le solite tre tappe di auto-rivelazione della Trinitร  disposte in questโ€™ordine. La prima (Dt 4,32-34.39-40), come si conviene alla storia, sottolinea lโ€™assoluta unicitร  di Dio. Riflettendo sulla straordinaria benevolenza del Signore che รจ andato a scegliersi come suo popolo ยซuna nazione in mezzo a unโ€™altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhiยป, un popolo che ha avuto il privilegio di udire la sua voce.

Lโ€™affermazione conclusiva รจ il cuore della fede di Israele, che si trovava a vivere a contatto con popoli che adoravano una folla di dรจi: ยซSappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore รจ Dio lassรน nei cieli e quaggiรน sulla terra: non ve nโ€™รจ altroยป. Come si vede, non si tratta solo di โ€œsapereโ€, ma conta forse di piรน โ€œmeditare beneโ€ tale veritร , e diventare cosรฌ sempre piรน capaci di rispondere con altrettanta assolutezza โ€œosservando le leggi e i comandiโ€ di un tale Dio: a questa prassi รจ garantita la felicitร  delle generazioni, e la permanenza nella terra da lui ricevuta in dono.

Figli e non schiavi

Lโ€™azione della Trinitร  รจ magnificamente espressa in Rm 8,14-17, un capitolo stupendo, pieno di affermazioni che andrebbero tutte citate. Anzitutto veniamo a sapere che lo Spirito fa di noi dei โ€œfigliโ€, per cui riceviamo, seppur da adottivi, la somiglianza con Gesรน. Questo ci sottrae dalla condizione di โ€œschiaviโ€, ci impedisce di โ€œricadere nella pauraโ€ perchรฉ ci situa in un nuovo rapporto con Dio, che possiamo invocare โ€“ anzi โ€œgridareโ€, di gioia suppongo โ€“ come ยซAbbร , Padre!ยป. Cosรฌ come con il Padre, lo Spirito ci unisce al Figlio, per cui diventiamo ยซeredi di Dio, coeredi di Cristoยป, una unione, spessissimo celebrata da Paolo, che ci chiede di essere disposti a ยซprender parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloriaยป.

Battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

La Trinitร , alla fine, appare nella sintesi che Gesรน fa della sua vita e della loro missione quando si congeda dai discepoli (Mt 28,16-20). Si รจ giร  osservato, per Matteo come per Marco, che la Galilea รจ il luogo dove tutto รจ cominciato e dove tutto ricomincia grazie alla risurrezione, che ha conferito a Gesรน ยซogni potere in cielo e sulla terraยป.

Per fare cosa? Per poter trasmettere, per mano dei discepoli, questo โ€œpotereโ€, che non รจ quello opprimente e oppressivo che funziona nei regni di questa terra, ma quello di trasmettere la benevolenza di Dio che ci deve incoraggiare a vivere da โ€œfigliโ€ nei suoi riguardi.

Questa รจ la missione: ยซfate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandatoยป. Il primo e il terzo verbo riguardano lโ€™ammaestramento che si fa con lโ€™annuncio, quello di mezzo รจ la forma sacramentale che sancisce la nostra nuova condizione di โ€œfigliโ€, a patto che si comprenda il densissimo significato del verbo.

Battezzare, a dispetto di quello che noi possiamo pensare abituati a un rito che riduce di molto il senso del gesto, non รจ spruzzare un poโ€™ dโ€™acqua sulla testa di un bambino, una cerimonia che puรฒ risultare simile allโ€™iscrizione ad una anagrafe, che una volta fatta รจ tutto finito.

โ€œBattezzareโ€ vuole dire โ€œimmergere profondamente e interamenteโ€, corpo e anima, in una realtร  che รจ la vita trinitaria, come una spugna assorbe lโ€™acqua in cui รจ immersa! Questo gesto chiede che si impari sempre meglio a osservare i comandi di Dio, che รจ un lavoro di tutta la vita, compito dei genitori anzitutto, che dovrebbero essere i primi โ€œcatechistiโ€ in quanto educatori.

Ogni anno nel tempo di Quaresima siamo richiamati ad โ€œagitare le acque del nostro battesimoโ€, per impedire che diventino lโ€™acqua morta di uno stagno. Compito gravoso e impegnativo, certo, ma proprio alla fine di questo brano, e del vangelo di Matteo, ci raggiunge una splendida rassicurazione: ยซEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป.

Lโ€™Emanuele, Dio con noi, continua a tener fede a quello che significa il suo nome. Ricordiamocene almeno ogni volta che ci facciamo il segno della croce con lโ€™acqua benedetta, a memoria del nostro battesimo.

Fonte – per gentile concessione di Settimana News | Commento a cura di Nico Guerini