mons. Willy Volontè – Commento al Vangelo di domenica 4 Dicembre 2022

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Respiro Spirituale, Seconda domenica di Avvento, con mons. Willy Volonté

Produzione Caritas Ticino

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Fragile come un germoglio, può rinnovare il mondo

di Dante Balbo

Giorgio Gaber, cantautore lucidissimo, in una sua performance, alla luce della confusione spacciata per libertà, ebbe a dire, provocatoriamente, che quasi quasi gli veniva voglia di un dittatore.

Senza auspicare una svolta autoritaria, rappresentava bene la tendenza umana a semplificare l’esistenza.

Lo stesso vale per Dio, perché sarebbe più semplice se di fronte alla nostra disordinata inconsistenza Gesù fosse venuto su di un carro di fuoco, circondato da un esercito sterminato di angeli, veri, con ali grandi, voci tonanti da far tremare la terra.

A volte Dio si è manifestato in questo modo, per esempio dividendo le acque del Mar Rosso, parlando dal turbine di fuoco sul monte Sinai, venendo come vento gagliardo sulla casa di Gerusalemme per Pentecoste, ma quello che ci viene annunciato oggi è il modo preferito del Signore per incontrarci, nella fragilità di un bambino, nella povertà di una mangiatoia, nell’improbabilità di una umanità scelta per salvare il mondo.

Tutto questo ci riguarda, sia perché si tratta di un cammino che viene da molto lontano, per cui già Isaia il profeta ne parlava 700 anni prima dell’era cristiana, sia perché ci insegna un modo di affrontare l’esperienza quotidiana.

Nella profezia della prima lettura si parla di un germoglio, la cosa più fragile da immaginare per avere il dominio su tutte le cose e un regno che non finirà mai, ma così pieno di vita da realizzare molti secoli dopo quanto Isaia aveva intravisto.

Per noi significa che la conversione non è tanto l’idea di fare cose grandiose, cambiare l’assetto economico e sociale, diventare modello per popoli interi, ma scoprire l’opera di Dio nel quotidiano, nelle piccole cose, nei cambiamenti che impiegano una vita per essere fissati nel nostro cuore.

Gesù ha piantato semi che solo ora spuntano, forse fra qualche secolo diventeranno piante rigogliose nel giardino del mondo rinnovato: a noi di accompagnarne la crescita, nel cammino di quotidiana scoperta di questi fragili germogli.