La scena evangelica si apre con una singolare notazione: โla folla numerosa lo ascoltava volentieriโ. Perchรฉ? Gesรน toccava il cuore della gente perchรฉ lโamava a tal punto da dare la sua stessa vita per loro. Ascoltare il Vangelo, e ascoltarlo volentieri, era decisivo per la salvezza. Giร lโantico libro del Siracide esortava lโuomo saggio ad โascoltare volentieri la parola divinaโ (6,35).
Siamo al termine del viaggio di Gesรน verso Gerusalemme e il contrasto con gli scribi e i farisei ha raggiunto il suo culmine. Lโevangelista Marco sottolinea la diversitร tra lโatteggiamento della folla e quello della gerarchia religiosa. Non รจ una differenza che nasce dallโappartenenza. Il Vangelo di domenica scorsa parlava, ad esempio, di uno scriba che โnon era lontano dal regno dei cieliโ. Il nodo del problema sta nel cuore dellโuomo, ossia se sente o no il bisogno di essere salvato. Gesรน ascolta le domande della folla che lo segue e non vuole disattenderne il bisogno e tanto meno abbandonarla al suo destino. Il rifiuto o la disattenzione a quelle domande avrebbe significato riconsegnare quella folla nelle mani degli scribi e dei farisei, cattivi pastori, che avrebbero lasciato tutti nella disperazione. Lโindifferenza non รจ mai neutra; รจ molto di piรน, รจ abbandono dei piรน deboli in balรฌa degli โscribiโ.
E ogni tempo ha i suoi โscribiโ che si aggirano con lunghe vesti, che occupano i primi seggi nelle assemblee e nelle agorร della politica e della cultura, che ricevono i saluti e lโossequio della maggioranza. Scribi e farisei sono coloro che dettano cosa sia la felicitร o lโinfelicitร ; sono coloro che governano le coscienze e i gusti, che ci indirizzano con unโautoritร che spesso non cogliamo ma alla quale soggiacciamo. Sono dei veri โmaestriโ di vita. Hanno a disposizione potenti mezzi, come potenti e forti erano gli scribi al tempo di Gesรน. Egli, allora come oggi, con la povertร della predicazione evangelica, vuole scalzarli dal loro ruolo di guida perchรฉ non impongano piรน pesi gravi e inutili sulle spalle della gente disperata. Gesรน, solo lui, รจ il vero buon pastore.
Gesรน non si arresta nella sua requisitoria e aggiunge: โEssi divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedereโ. Le case delle vedove sono quelle di chi non ha nessuno che li difenda. Ancora oggi sono molte le case di vedove e di orfani non difesi, a volte si tratta di paesi interi. Sรฌ, ci sono tante vedove come quella di Zarepta, di cui abbiamo ascoltato dal primo libro dei Re. Quanti sono costretti a dichiarare: โNon ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un poโ dโolio nellโorcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrรฒ a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e moriremoโ. In tante case e in tante terre non cโรจ da mangiare per il domani. Non cโรจ futuro. Chi guarderร queste vedove? Chi si prenderร cura di loro? Chi volgerร loro almeno uno sguardo?
Gesรน le guarda. Le guarda come oggi ha fissato i suoi occhi sulla vedova che dava la sua offerta per il tempio. Gesรน la vede mentre pone nelle mani del sacerdote due soli spiccioli. Nessuno, ovviamente, vi fa caso. Non รจ di famiglia nobile o di casa reale per attirare lโattenzione; non appartiene al mondo delle persone ricche o famose per essere notata. Non conta nulla. Se qualcuno dei passanti lโha vista, lโavrร anche giudicata male. Cosa ha dato? Solo due spiccioli! Nulla, rispetto alle sostanziose offerte che i ricchi ostentavano.
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Ma quella donna, insignificante agli occhi dei piรน e magari anche disprezzata, รจ guardata con affetto e ammirazione da Gesรน. Solo da lui รจ scorta. Neppure i discepoli si accorgono di lei. Possiamo immaginare Gesรน che al vedere la scena chiama gli amici perchรฉ rivolgano lโattenzione a quella vedova. Ai discepoli, distratti o attenti solo a ciรฒ che fa impressione, Gesรน insegna a guardare con amore e attenzione anche le cose piรน piccole. Con la solennitร dei momenti importanti ben diverso รจ il giudizio degli uomini! Gesรน dice: โIn veritร io vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo.
Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivereโ. Non ha trattenuto per sรฉ neppure uno dei due spiccioli. Ella, a differenza degli altri e di tutti noi, ha amato Dio con tutta la sua anima e tutte le sue forze, sino a dare tutto quello che aveva.
Non รจ un caso che un episodio cosรฌ insignificante, e comunque cosรฌ poco appariscente, sia posto dallโevangelista a conclusione della vita pubblica di Gesรน e del suo insegnamento nel tempio di Gerusalemme. Al contrario del giovane ricco che โse ne andรฒ tristeโ perchรฉ aveva molti beni e volle conservarli per sรฉ (Mc 10,22), questa povera vedova, donando tutto, ci insegna come amare Dio e il Vangelo. Ella si allontanรฒ felice. Non era in veritร vedova. Agli occhi degli uomini appariva tale. Su di lei si erano posati gli occhi dโamore di Gesรน. La stessa felicitร gusteremo noi se, come lei, sapremo dare il nostro povero cuore interamente al Signore.
Per gentile concessione di mons. Paglia. – FONTE
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



