Chi sono? Chi siamo?
Chi sono? Chi siamo? Eโ la questione che ci poniamo allโinizio del nuovo anno. Il brano evangelico della visita dei Magi al Bambino Gesรน ci aiuta ad una risposta. Vi propongo di seguirmi e di affrontare il brano rispettando la narrativa perchรฉ ogni brano รจ un invito ad identificarsi a qualcuno dei personaggi.
Chi sono io? Abitualmente la festa dellโEpifania invita i fedeli ad indentificarsi con i Magi. E riconosciamoci in questi uomini attenti a scrutare i segni dei tempi, i segni iscritti nel cielo. Come loro mi sono alzato ed ho cominciato a camminare verso la luce. Cercatore della veritร porto โinquietudine del sempre un po’ piรน lontano, piรน avanti nel mio cammino sempre piรน desideroso di una luce per lo spirito e per il cuore. Si, io sono come i magi. Ma non sono solo, cammino insieme da altri, siamo molti che camminiamo verso la luce che Dio ci dona: il Salvatore del mondo. La Sapienza viene ad abitare la nostra storia.
Il testo non si limita a presentarci i magi. Senza artificio possiamo anche riconoscerci negli Scribi di Gerusalemme. Sono uomini di studio, lettori delle Scritture. Come loro leggiamo i testi cercando di capire come la Parola รจ sorgente di vita. Sappiamo che il Messia รจ il Figlio di Davide, che nasce a Betlemme e che realizza le scritture che lo annunciano e prefigurano. Proprio come gli scribi e i dottori siamo ereditieri delle Scritture e oggi con le nostre celebrazioni le onoriamo celebrando Colui che viene a salvare lโumanitร .
Il testo perรฒ in mezzo ai Saggi di Israele mette pure Erode ed รจ facile riconoscerci in lui. Sia pur debole il potere che ci รจ donato rassomigliamo ad Erode tutte le volte che lo esercitiamo come un monopolio. La gelosia che รจ nel nostro cuore ci proibisce di condividere e lo spirito di rivalitร ci spinge ad eliminare i nostri rivali. Usiamo lโimbroglio per arrivare ai miei fini e preferiamo manipolare che parlare apertamente. Osiamo riconoscerci in questa losca figura di potere crudele? Si, se siamo lucidi su ciรฒ che abita nel nostro cuore dove abitano idee razziste, dove agiscono gelosie dove si sviluppa la collera e dove si conserva il risentimento per la vendetta. Queste forze di distruzione non sono soltanto allโopera a Gerusalemme ai tempi di Erode.
Guidati dal testo eccoci a Betlemme. I genitori del bambino sono la e posso anche riconoscermi in loro: loro hanno la gioia di veder nascere un bambino. Certo รจ il loro bambino ma non certamente tutto loro. Il Bambino viene da Dio e non gli appartiene. Cosรฌ la vita รจ ricevuta come un dono, come un fragile tesoro che bisogna aiutare e far crescere senza voler possederla, senza volerla custodire per se, senza tenerla con avarizia.
.Dobbiamo andare piรน avanti e riconoscerci nel bambino di Betlemme. IL Figlio dellโUomo e divenuto grande e durante tutta la sua vita si รจ presentato come โfiglio dellโuomoโ, in maniera che ogni uomo possa riconoscersi in Lui. Ci dona in effetti la possibilitร di divenire Figli di Dio e di nascere alla vita che riceve con pienezza da suo Padre. Ci chiama a vivere con Lui, a vivere la sua Pasqua e cosรฌ condividere la sua Gloria. Ci dona di essere insieme nel suo corpo comunicando al Sacramento Eucaristico. Questa molteplice identificazione suscita in noi le vertigini. Il testo dellโEpifania ci designa il cammino della vita che รจ un atto unificato dalla linea che lo conduce:
scrutare i segni dei tempi e le scritture, alzarsi e camminare tra le difficoltร del presente.
Resistere allo spirito di rivalitร e al desiderio di eliminare lโaltro
Non restare alle parole del testo sacro ma impegnarsi sulla strada che ci conduce verso Colui che si dona
Non lasciarci il cuore riempire di gelosia ma guardare la stella che sorge e orientarsi alla sua luce
Al termine del cammino, offrire e donare ciรฒ che รจ prezioso del proprio lavoro, delle sue relazioni, del cuore,
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Attraverso la porta โChi sono ioโ siamo entrati nella luce, dove guardando Colui che รจ la Luce di Dio che illumina ogni uomo che viene nel mondo.