HomeVangelo della Domenicamons. Giuseppe Mani - Commento al Vangelo di domenica 26 Novembre 2023

mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 26 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25, 31-46

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Cristo è Re

L’anno liturgico si conclude con la festa di Cristo Re per significare che Tutto cammina verso di Lui e sarà ricapitolato in Lui.

Gesù è veramente Re dell’universo, perché “tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui”. In Lui tutte le cose sussistono. Per questo Gesù è Re per diritto di natura. Quando il demonio si ribellò a Dio, si impossessò del mondo. Ma Gesù lo ha riconquistato con la sua morte e resurrezione per cui, oltre che per natura, è Re anche per conquista.

Per fede sappiamo che Cristo è la ragione di tutte le cose e che tutto sarà ricapitolato in Lui. Per Lui tutto è stato creato e Lui giudicherà tutte le cose quando tornerà alla fine della storia per verificare chi lo ha accettato come l’unico Re e chi invece è vissuto senza o contro di Lui.

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Ignazio di Antiochia scrive: “Siate sordi quando qualcuno vi parla senza Gesù Cristo, senza il quale non abbiamo il vero vivere”. Veramente non può esserci discorso di nessun genere senza che possa essere citato e coinvolto Cristo “nel quale sono state fatte tutte le cose”.

“Cristo non ritenne come cosa gelosa la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e, divenendo simile agli uomini, umiliò sé stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce”.

L’icona di Gesù Re in questi tempi in cui i Re sono rimasti pochi e fuori moda, potrebbe disturbare la nostra immaginazione, ma la verità è che Gesù non ritiene per sé stesso la sua regalità esercitata in maniera dittatoriale, ma l’ha partecipata anche a noi che siamo diventati Re con Lui. Per il battesimo tutto quello che è di Cristo è diventato nostro e tutto quello che è nostro è stato assunto da Cristo.

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Con Lui anche noi siamo sacerdoti, profeti e Re. Nel cristiano tutto deve essere regale e non può accettare altra regalità su di lui al di fuori di quella di Cristo. Nella vita si impone una scelta o si è re o si è schiavi e servi e soltanto chi accetta la regalità di Cristo regna e non è schiavizzato da nessuno. La regalità del Cristiano è all’origine della sua dignità e della sua persona inviolabile. Il regno su cui il cristiano deve esercitare il dominio è la propria persona con le sue passioni e le sue concupiscenze. In ogni scelta ciascuno deve poter dire “padrone sono io!” e non intendo né vendermi né scendere a compromesso con nessuno. Lo stile del cristiano deve essere sempre caratterizzato dalla regalità. Il cristiano è sempre regale.

Gesù non esercita la sua autorità indipendentemente da noi, ma ci coinvolge anche nella guida della storia dell’umanità. Non è esatto dire “inshiallah” (“Sarà quel che Dio vuole!”), perché “quelli che sono di Cristo” sono ammessi a partecipare alla guida del mondo attraverso la loro preghiera che è sempre ascoltata da Cristo ed esaudita se secondo la sua volontà.

È sorprendente il potere del cristiano nella storia del mondo con la sua preghiera! Per cui la nostra regalità non si esercita soltanto governando noi stessi, ma dirigendo la storia. Dio, che ha creato il mondo senza di noi, non intende governarlo indipendentemente da noi. Non essere attenti alla storia del mondo e non pregare è offendere Dio che aspetta la nostra partecipazione nel governo di tutte le cose, perché la storia sia così divina e umana.

La festa di Cristo Re è anche la festa della nostra regalità ed è l’occasione per rivedere come si esercita il dominio sulla porzione di regno che ci è affidata e l’esercizio della partecipazione alla guida della storia degli uomini con la nostra preghiera.

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