Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 30 Novembre 2020

Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono

LUNEDÌ 30 NOVEMBRE (Mt 4,18-22)

Quando la Parola del Signore è detta nella potenza, luce, verità, sapienza, comando nello Spirito Santo, sempre essa opera quanto dice. Essa opera una nuova creazione, così come agli inizi, in principio: “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno” (Gen 1,1-13). Tutta la creazione avviene per il subito, l’immediatezza, la repentinità. Quanto Dio comanda, subito si compie. Gesù non chiede. Lui è il Signore. Il Signore comanda. La creatura obbedisce. Il Signore vuole. L’uomo ascolta. Questa immediatezza di obbedienza e di ascolto deve essere per ogni parola di Cristo Gesù da parte di ogni uomo. Senza questa obbedienza, la nuova creazione non si compie e l’uomo rimane nella sua vecchia natura, che non è natura di vita, ma di morte. Non è di luce, ma di tenebra. Non è di verità, ma di falsità.

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

La Lettera agli Ebrei va completata della sua parte iniziale: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato” (Eb 1,1-4). Il completamente non lo facciamo noi, per nostra volontà. Lo ha fatto Cristo Signore il giorno della sua gloriosa risurrezione: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (Gv 20,19-23). Come Gesù è Parola del Padre, l’Apostolo deve essere Parola di Gesù. Oggi il Signore parla per mezzo dell’Apostolo. Quali condizioni sono necessarie perché l’Apostolo sia Parola di Gesù? Come Gesù obbedisce al Padre, l’Apostolo deve obbedire a Gesù. Come Gesù è manifestazione dell’amore del Padre, l’Apostolo deve essere manifestazione dell’amore di Gesù. Come Gesù è l’opera del Padre, così l’Apostolo dovrà essere l’opera di Cristo Signore. Senza questa unità di essenza, verità, giustizia, obbedienza, santità, amore, misericordia, mai la Parola dell’Apostolo potrà essere Parola di Cristo Gesù. Se non è Parola, mai sarà comando e mai opererà nell’immediatezza. L’Apostolo e il presbitero devono sempre avere una Parola creatrice. La vocazione è creazione, perché chiamata ad una vita nuova, ad essere ciò che prima non si era.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che Apostoli e presbiteri siano dalla parola creatrice.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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