Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2022

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MERCOLEDÌ 20 LUGLIO – SEDICESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.

Nella Scrittura Antica, e in modo particolare nei Salmi, le parabole sono le grandi opere, i grandi segni, i grandi prodigi che il Signore ha compiuto per la salvezza del suo popolo. Perché questi prodigi, segni, miracoli, sono detti parabole? Perché si ha sempre bisogno della fede per accoglierli e per comprenderli. Se si è senza la fede, sempre verranno pensati come un frutto della natura e mai ci si eleverà alla purissima conoscenza della verità del nostro Dio che è l’Autore di tutte queste cose prodigiose operate per la salvezza del suo popolo.

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,  perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio.

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I figli di Èfraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?». Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?».

Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. Con tutto questo, peccarono ancora  e non ebbero fede nelle sue meraviglie” (Cfr. Sal 78, 1-72).

Le Parabole di Gesù a volte sono il racconto di un miracolo di amore che sempre si compie quando si crede nella sua Parola. Altre volte sono l’annuncio di un miracolo che sempre si compirà quando l’uomo obbedisce ad ogni suo comando. Prendiamo ad esempio le Parabole del regno raccontate nel Capitolo XIII del Vangelo secondo Matteo. Esse rivelano i grandi miracoli che sempre avverranno quando l’uomo compie quanto è da Gesù narrato nelle Parabole. Se il discepolo di Gesù seminerà nei solchi della storia la Parola del Vangelo, la Parola di Gesù, la Parola del Padre, secondo purezza di verità e di sapienza posta in essa dallo Spirito Santo, sempre la Parola produrrà un frutto di vita eterna.

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Molto seme non produrrà, ma una parte di esso sempre darà i suoi frutti di conversione e di vita eterna. Sempre il miracolo si compirà. Il miracolo è però il frutto della nostra fede e della nostra obbedienza. Seminiamo la Parola? Essa produrrà sempre un miracolo di fede, di conversione, di nuova creazione, di vita eterna. Non seminiamo la Parola? Nessuna conversione sarà operata. Non sarà operata perché non abbiamo creduto, non abbiamo operato secondo il comando a noi dato da Cristo Gesù.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 13,1-9

Oggi non solo non si semina il Vangelo. Si dice anche che non va seminato. Qual è il frutto della nostra non fede e della nostra non obbedienza? Condanniamo il mondo a rimanere nelle tenebre e nella morte. La Madre di Dio venga e ci faccia obbedienti ad ogni Parola di Cristo Gesù. Senza la semina della Parola, non ci sono frutti di vita.

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