Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 20 Aprile 2021

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Io sono il pane della vita

MARTEDÌ 20 APRILE (Gv 6,30-35)

La manna, cibo misterioso che ha accompagnato il cammino dei figli d’Israele per circa quarant’anni, non è stato un miracolo o prodigio operato da Mosè. Essa cadeva dal cielo per sola volontà di Dio. Così parla della manna il Libro della Sapienza: “Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 16,20-21). Vero mistero per la sua caduta dal cielo, ma anche vero mistero per il gusto che suscitava. Il Libro dell’Esodo invece narra l’evento nella sua origine storica: “Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore». Mosè disse ad Aronne: «Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: “Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!”». Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube. Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”». La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. Ecco che cosa comanda il Signore: “Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda”» (Es 16,6-16). Questa è la sua origine. Gesù ha chiesto ai Giudei di credere in Lui, se vogliono compiere le opere o l’opera di Dio. Essi gli rispondono che hanno bisogno di un segno portentoso per aprirsi alla fede in Lui. Non possono credere in Lui se Lui non è più grande di Mosè. O non fa segni così potenti come quelli di Mosè.

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Ora Gesù passa dalla figura alla realtà. Annuncia il suo mistero. Quello dato da Mosè o al tempo di Mosè non è il pane vero. È il Padre suo che darà loro il pane, quello vero. Secondo passaggio essenziale: dalla materia alla Persona. Il pane vero è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. I Giudei chiedono questo pane: “Signore, dacci sempre questo pane”. Terzo passaggio, anche questo essenziale: Il pane vero è Gesù Signore. Lui è pane specialissimo. “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.  In questa rivelazione ancora non si parla dell’Eucaristia. Si può benissimo parlare di Cristo, pane spirituale, per chi crede in Lui. All’Eucaristia Gesù perviene attraverso altri passaggi, anch’essi necessari. Ora è cosa più che giusta affermare che il pane è tutto Cristo, nella sua verità divina e umana, nella sua Parola e nella sua vita. Poi ogni altra verità potrà seguire.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede perfetta in Cristo Signore.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.