Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 15 Dicembre 2021

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MERCOLEDÌ 15 DICEMBRE – III SETTIMANA DI AVVENTO [C]

«Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Giovanni il Battista è in carcere. Viene informato dai suoi discepoli di tutte cose operate da Gesù. Quanto Giovanni vuole chiedere a Gesù ci rivela la verità dei veri profeti del Dio vivente. Essi dicono la Parola, ma non possiedono la sua verità. Parola e verità sono due cose differenti. È la verità che dona il significato vero alla Parola. Senza la conoscenza della verità della Parola di Dio, ognuno le può dare il contenuto che vuole. La verità alla Parola la dona solo lo Spirito Santo. Giovanni ha visto che su Gesù si posava lo Spirito Santo e lo ha proclamato “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Non ha detto: “Ecco il Messia di Dio che viene per ristabilire la capanna di Davide che è caduta”.

Anche i profeti hanno bisogno che lo Spirito del Signore doni loro la verità della Parola. Anche gli Apostoli hanno bisogno dello Spirito Santo che li guidi nella verità della Parola. Ogni uomo ha bisogno dello Spirito del Signore. Giovanni sa che Gesù è il Cristo di Dio, l’Agnello di Dio, Colui che deve venire. Ma non conosce la verità del Padre sul Cristo di Dio, sull’Agnello di Dio, su colui che deve venire. Anche lui vive di attese secondo una verità del suo cuore. Ma la verità del suo cuore, la verità dello Spirito Santo, la verità del Padre, la verità alla quale Gesù Signore deve obbedire sono le stesse? Se Giovanni manda dei messi a Gesù per chiedere, allora significa che c’è differenza. La differenza nella verità comporta la differenza di storia. Se la differenza è di verità complementari le uni alle altre, allora si possono mettere tutte in comunione. Se invece le differenze sono di opposizione, non c’è comunione. Noi ignoriamo la verità che è nella mente e nel cuore di Giovanni il Battista. Di sicuro se lui manda messi da Gesù, è segno che ha bisogno di essere rassicurato. Tra la storia da lui attesa e la verità creata da Gesù c’è discrepanza.

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Giovanni manda i suoi discepoli con una richiesta ben precisa: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Questa domanda fa pensare che Giovanni il Battista sa che Gesù è il Cristo, ma non sa chi è il Cristo. In quel tempo tutti avevano del Cristo di Dio una visione umana. Lo pensavano come un nuovo Re Davide, con la spada in mano a combattere i pagani invasori. Nessuno sapeva che Gesù da essi sarebbe stato Crocifisso. Questa verità, benché fosse già contenuta nelle Scritture profetiche, quasi mai veniva pensata appartenere al Cristo di Dio. Per questo Paolo dice ai Corinzi che Cristo Crocifisso è scandalo per i Giudei e stoltezza per i Greci.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 7,19-23

I messi vengono da Cristo Gesù e gli pongono una domanda ben precisa: “Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»”. Domanda puntuale, esatta.  Gesù deve dire loro perché essi lo riferiscano a Giovanni se Lui veramente, realmente è il Cristo di Dio. Giovanni però dovrebbe sapere che per Legge del Signore la testimonianza di Gesù non ha alcun valore di verità.  Perché la parola avesse valore di verità in giudizio erano necessari due testimoni concordi. La persona interessata non era considerata soggetto testimoniante. Anche la testimonianza di Gesù non è valida.

Gesù come suoi testimoni chiama la storia e la Scrittura Santa, le opere da Lui compiute e la profezia. “In quello stesso momento Gesù guarisce molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e dona la vista a molti ciechi”. Questa è la storia. La profezia è quella del profeta Isaia. Il profeta annunziava i tempi messianici ricchi di ogni grazia di salvezza anche sui corpi e non soltanto nell’anima e nello spirito. I segni invisibili sono invisibili. Sono nel cuore. La testimonianza a Cristo viene dai segni visibili. Dove non c’è visibilità, non c’è testimonianza. Anche la guarigione dell’anima e dello spirito rendono testimonianza attraverso le opere nuove che l’uomo compie.

Ecco la risposta. “Andate a riferire a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona notizia”. In questa risposta si compiono due profezia di Isaia. La prima profezia è contenuta nel capitolo 35. La seconda nel capitolo 61. Sui morti che risuscitano ci si deve appallare al capitolo 26. Tutta l’opera di Gesù è nelle profezie. Profezia e storia sono veri testimoni di Gesù. La profezia dice cosa avverrà con il Messia di Dio. La storia dice che è avvenuto. Poiché la storia si sta compiendo, Gesù è vero Cristo di Dio. Non se ne deve attendere un altro. Lo scandalo è una  barriera esterna all’uomo. Esso o impedisce o ostacola il cammino della vera fede. Ci si deve guardare dagli scandali, perché è a rischio la salvezza di moltissime anime. Perché Gesù dice: “E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”? Chi è Gesù? È la più pura, la più santa, la più perfetta obbedienza al Padre suo, nella mozione e conduzione senza alcuna interruzione dello Spirito Santo. Qualsiasi Parola da Lui proferita viene dallo Spirito Santo. Qualsiasi opera da Lui compiuta viene dallo Spirito Santo. Se viene dallo Spirito Santo, viene dal Padre suo, viene dal Dio vivo e vero, dal Signore e Creatore dell’uomo.

Può un uomo scandalizzarsi delle Parole e delle opere di Dio? Se si scandalizza attesta che il suo cuore è inquinato di peccato. Beato è invece colui che confessa che quanto Gesù dice ed opera, viene direttamente dal Padre suo. Chi è il Padre di Cristo Gesù? È il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, i Profeti, Giovanni il Battista, farisei, scribi, capi dei sacerdoti e anziani del popolo. Se qualcuno si scandalizza non possiede il vero Dio dei Padri. Anche se Giovanni il Battista si dovesse scandalizzare, attesterebbe che lo Spirito Santo non gli ha ancora svelato il mistero di Gesù nella sua pienezza di verità. Ma Giovanni non si è scandalizzato. Vuole avere più luce. Questo significa che la luce non sempre viene direttamente dallo Spirito Santo. La luce va chiesta anche alla storia. La storia è testimone di ogni opera dello Spirito del Signore. Storia e Spirito Santo: testimonianza perfetta.

Oggi siamo oltre lo scandalo, infinitamente oltre. Gesù neanche più lo si vuole considerare. È questo oggi il grande scandalo che il cristiano sta donando al cristiano e al mondo. Gli sta attestando che si può essere veri cristiani senza il Vangelo, senza Cristo, senza il Padre e senza lo Spirito Santo, senza la grazia e senza la verità. Si può essere cristiani nella grande idolatria e immoralità. Si può essere cristiani nella trasgressione di ogni comandamento. Si può essere cristiani nella coltivazione di ogni vizio. Si può essere cristiani senza alcuna legge morale. Ma se si può essere veri cristiani senza alcun riferimento alle più elementari leggi della fede. questa stessa legge vale pero ogni altro uomo. Tutti possono vivere senza riferimento alla legge morale. Anzi ogni legge morale va estirpata dal cuore e dalla coscienza di ogni uomo. Ecco dove risiede oggi lo scandalo del cristiano: nel professarsi cristiano senza alcuna sequela di Cristo Signore. Cristo Gesù fece del Vangelo la sua vita. Il cristiano vive la sua vita liberandosi dal Vangelo attraverso ogni via e ogni sotterfugio. La Madre di Dio venga con urgenza e rimetta Cristo come cuore della fede.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.