Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 31 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1,39-56

Data:

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Lโ€™incontro รจ rivelazione

In questa pagina evangelica di Luca abbiamo di fronte la figura di due donne โ€“ Maria ed Elisabetta โ€“ che ci mostrano cosa significhi concretamente vivere lโ€™accoglienza reciproca desiderando lโ€™incontro, ci mostrano lโ€™incarnazione del desiderio di Dio nellโ€™incontro umano. Si incontrano due donne che manifestano nei loro corpi gravidi il desiderio che le abita, e che facendo incontrare i loro corpi permettono al desiderio che abita ciascuna di loro di diventare carne, di divenire storia. Il compimento del desiderio di amore di Dio per lโ€™umanitร  diviene carne, storia nellโ€™incontro umano di due corpi trasformati dalla loro docilitร  al Signore,due corpi che permettono al desiderio del Signore di divenire il loro desiderio

Ascoltando la pagina della โ€œvisitazioneโ€ siamo oggi in contemplazione non di una visita di cortesia, non di un semplice scambio di premure tra due donne rese dalla gravidanza piรน fragili e dunque bisognose di aiuto e sostegno. Siamo bensรฌ di fronte al prodigio che avviene quando si incontrano due corpi che si lasciano abitare dal desiderio di Dio e divengono corpo, carne, storia di quel desiderio.

E anche lโ€™incontro tra queste due donne รจ, come ogni vero incontro, rivelazione: รจ evento di rivelazione. Una rivelazione che, anchโ€™essa, prende un corpo: il corpo di un movimento fisico, il sussulto โ€“ โ€œil bambino sussultรฒ nel grembo di Elisabettaโ€ (v. 41) โ€“, e poi anche il corpo di un movimento emotivo, il corpo apparentemente effimero ma concretissimo di un sentimento, la gioia โ€“ โ€œil bambino ha sussultato di gioia nel mio gremboโ€ (v. 44) โ€“. Lโ€™incontro di Maria e di Elisabetta รจ segnato dalla gioia e da un canto di giubilo: โ€œLa mia vita canta la grandezza di Dio, e il mio intimo esulta in luiโ€ (cf. Lc 1,46), canterร  Maria riempita di gioia dallโ€™incontro con Elisabetta.

Chissร  se Maria avrebbe mai cantato la sua esultanza nel Magnificat senza quella preliminare esperienza di incontro con Elisabetta, che le permise di sperimentare, di sentire concretamente, nel suo corpo, che tutta la storia di salvezza di Dio sussultava nel corpo della parente gravida? E chissร  come Maria avrebbe potuto rileggere ciรฒ che stava avvenendo in lei e il suo significato per tutta la storia se non avesse creduto anche a quellโ€™incontro con Elisabetta? Sรฌ, perchรฉ Maria dovette credere non solo allโ€™annuncio dellโ€™angelo, una creatura del cielo, ma dovette credere anche a questโ€™incontro umanissimo con unโ€™altra donna, una creatura della terra, e con la sua storia, altrettanto โ€œincredibileโ€ quanto la propria. 

Da qui noi impariamo e crediamo che ogni volta che due corpi abitati dal soffio di Dio, dalla presenza del Signore, si incontrano nello stile del servizio reciproco, vero volto dellโ€™amore, in questo incontro si compie un frammento della rivelazione del Cristo, si realizza un evento di salvezza

Scriveva frรจre Christian de Chergรฉ, priore di Tibhirine: come โ€œMaria, votata a portare Cristo in sรฉ, fuori da casa suaโ€, anche โ€œciascuno di noi โ€ฆ [รจ chiamato] a servire umilmente affinchรฉ lo Spirito faccia trasalire il Figlio di Dio ancora in gestazione nellโ€™โ€˜altroโ€™โ€.

fratel Matteo

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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