Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 3 Maggio 2019

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Non possiamo ascoltare il vangelo odierno senza riportare un senso di spavento, di sgomento.

Siamo allโ€™interno dellโ€™addio di Gesรน ai suoi discepoli, del suo avviarsi alla casa del Padre a preparare loro un posto, con la promessa di tornare a prenderli con sรฉ, perchรฉ dove รจ lui siano anche loro.

Tommaso dice: โ€œNon sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?โ€ (Gv 14,5). Se amiamo una persona, sappiamo dove va, oltre ogni indicazione geografica; anche se il suo linguaggio รจ enigmatico e allusivo, sappiamo qual รจ la via di un viaggio che รจ anzitutto interiore, una lunga frequentazione personale ce lo ha mostrato. Qui niente! โ€œNon sappiamo!โ€.

โ€œIo sono la via la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€ (Gv 14,6): Gesรน รจ narrazione del Padre, รจ immagine quotidiana del Dio invisibile, attraverso i suoi gesti, lo stile, il corpo, le parole, i piccoli atti di ogni giornoโ€ฆ

Ma Filippo ha una reazione durissima, che zittisce: โ€œMostraci il Padre e ci basta!โ€ (Gv 14,8). Tu sei di troppo, fatti da parte, ci รจ sufficiente il Padre. Parole terribili. Vertigine di potere, di accesso diretto verticale allโ€™Alto, che salta lโ€™umanitร  e lโ€™incarnazione. O forse, semplicemente, Gesรน era una persona troppo impegnativa da โ€œgestireโ€, troppo esigente, troppo โ€œingombranteโ€: in difetto di unโ€™umanitร  capace di comprenderlo e ospitarlo, scaricarlo era solo il passo seguente. Disconoscimento, liquidazione di una relazione. Unโ€™uccisione bianca.

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Gesรน รจ costretto a replicare: โ€œDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto Filippo?โ€ (Gv 14,9). Parole di unโ€™umanitร  straziante. Come avranno reagito i discepoli? Parole di una veritร  che fa male, ma che รจ anche oggiย la realtร  di tante relazioni di coppia, di amicizia, di lavoro, di convivenza. Il tempo non รจ servito a nulla, si รจ rimasti estranei, piccini, preda dei propri complessi e diffidenze antiche, che la relazione non รจ riuscita, oltre ogni apparenza, purtroppo, a guarire. Di fatto, non cโ€™era la fiducia: โ€œNon credi che io sono nel Padre..?โ€ (Gv 14,10).

Dio in Gesรน abbraccia le nostre storie piรน dolorose, storie del fallimento di un amore, e le fa storia sua. Sono dinamiche permanenti, di sempre, piรน forti di noi, che minano lunghe storie dโ€™intimitร , di assiduitร , non dobbiamo stupirci, sta scritto!

Ci riflettevo alcuni giorni fa leggendo una lettera scritta da Olimpiade (375 a.C. circa โ€“ 316 a.C.) al figlio Alessandro: โ€œGuร rdati soprattutto da quelli piรน vicino, sono come serpenti, puoi amarli per anni, nutrirli, curarli e tuttavia possono rivoltarsi controโ€ฆโ€. Sono logiche perenni, che ci superano, e tuttavia hanno sempre dellโ€™incredibile, ci sconvolgono. Il fatto che Gesรน le abbia vissute ci dice che esistono, ma non sono lโ€™ultima parola: lโ€™ultima parola รจ del crocifisso risorto, del suo amore trafitto e vincitore.

Questi percorsi dolorosi segnano paradossalmente la memoria degli apostoli Filippo e Giacomo, ma Gesรน apre una prospettiva: โ€œChi crede in me compirร  opere piรน grandi di questeโ€ฆโ€ (Gv 14,12). La santitร  รจ questo spazio immenso, imprevedibile e folle delle โ€œcose piรน grandiโ€ in cui, a partire dalle miserie e dalle disumanitร , e forse grazie a esse, la misericordia si fa piรน bruciante e ogni gesto รจ resurrezione, รจ nuovo inizio, per noi e per gli altri.

fratel Lino

Fonte

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Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14, 6-14

In quel tempo, disse Gesรน a Tommaso: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป. Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirร  le opere che io compio e ne compirร  di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farรฒ, perchรฉ il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farรฒยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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