โDa dove gli vengono queste cose? E che sapienza รจ quella che gli รจ stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non รจ costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?โ (vv. 2-3). A una domanda perplessa e โstupitaโ (cf. v. 2) da parte della gente di Nazaret segue immediatamente la lettura cristologica che lโevangelista Marco fa di tale perplessitร e delle sue conseguenze: โ[Gesรน] era per loro motivo di scandalo โฆ E lรฌ, [a Nazaret], non poteva compiere nessun prodigio โฆ e si meravigliava della loro incredulitร โ (vv. 3.5-6).ย
Scandalo e incredulitร : ecco le due parole chiave, la cui interrelazione ci interroga e, speriamo, ci scomoda. Scandalo, ovvero inciampo, contraddizione. Lo scandalo dellโeccezionale nel familiare: โNon รจ costui il figlio e il fratello di gente che noi conosciamo?โ (cf. v. 3). Quel compimento avviene โqui da noiโ (v. 3), dicono i concittadini di Gesรน, e questo non รจ credibile! Lโorizzonte chiuso del familiare, la sclerosi dellโappartenenza a un gruppo ripiegato su se stesso possono diventare un ostacolo, un inciampo allโirrompere della novitร di Dio. Quella di un Dio che irrompe sempre da un altrove.
Dio infatti ama far esplodere i confini angusti della familiaritร e dilatare gli orizzonti chiusi da ogni riduzione alla propria casa, alla propria patria. Dio ha sempre amato innescare questa esplosione. Quante volte nella storia con Israele Dio ha scelto di varcare i confini dellโalleanza con il suo popoloโฆ E Gesรน quante volte ha mostrato questa stessa esplosiva eccedenza con gesti liberi e liberanti che spostavano piรน in lร i confini di unโappartenenza chiusa su di sรฉ e dunque mortiferaโฆ
Eppure qui Gesรน non puรฒ che registrare una ristrettezza di sguardo e di cuore. Con umana meraviglia (cf. v. 6). โUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaโ (v. 4). Gesรน prende coscienza, e con questo aiuta altri โ anche noi โ a prendere coscienza di quanto una troppo ristretta e asfissiante familiaritร โcarnaleโ con lui sia di ostacolo al riconoscimento di lui come Signore. Paradossalmente, familiaritร puรฒ far rima con incredulitร .ย
E con questo il vangelo di oggi suggerisce โ anche a noi โ di guardarci da una riduzione della fede in Gesรน a un umanesimo troppo umano, troppo orizzontale, troppo carnale. Lโaccesso al mistero della rivelazione di Dio nellโuomo Gesรน di Nazaret ci chiede uno spogliamento, una morte del nostro โioโ e dei suoi occhi carnali. Per riconoscere in Gesรน di Nazaret โil Cristo, il Figlio del Dio viventeโ (Mt 16,16), anche noi โ come Pietro โ dobbiamo svuotarci per permettere al Padre di operare in noi il prodigio della fede. Quel prodigio che neanche Gesรน puรฒ operare a causa della nostra incredulitร . Lavoriamo dunque per fare spazio in noi a questa azione della grazia, nella speranza di poter divenire destinatari della stessa beatitudine offerta a Pietro: โBeato sei tu โฆ perchรฉ nรฉ carne nรฉ sangue ti hanno rivelatoโ il mistero di Cristo, โma il Padre โฆ che รจ nei cieliโ (Mt 16,17).
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fratel Matteo
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