Il regno di Dio, cioรจ Dio che regna nelle nostre vite, in noi e attorno a noi, ora e sempre, non รจ simile a un granello di senape in sรฉ, non si puรฒ paragonare al lievito in astratto o sottovuoto. No, le similitudini, i paragoni che Gesรน fa sono tuttโuno con quanto avviene del granello di senape e del pizzico di lievito allโaccadere di determinate circostanze. ร lโinsieme delle potenzialitร racchiuse in quelle minuscole sostanze, dellโazione di un essere umano, del trascorrere del tempo che fa di un piccolo seme e di qualche enzima lโimmagine dellโagire di Dio nella storia e per il tempo che non avrร mai fine. E i due esempi del brano evangelico odierno si mostrano complementari nellโoffrirci una visione e una comprensione di cosa significhi che Dio regna.
Da un lato abbiamo un piccolissimo seme, di una pianta il cui prodotto appartiene alla gratuitร del gusto e non alla sostanza del cibo, ma un granello che โ come tutti i semi โ deve essere seminato, gettato in terra, per avere la possibilitร di germinare. Un uomo compie questo gesto, unisce la volontร alla potenzialitร intrinseca del seme. Una volta caduto a terra, per il seme prende avvio una vicenda da due possibili esiti opposti: se rimane solo, geloso della forza imprigionata nel suo germe, non porta frutto; se invece muore porta molto frutto (cf. Gv 12,24). Eppure il frutto su cui si sofferma qui la similitudine evangelica non รจ il grano di senape che aggiungerร sapore ai cibi, bensรฌ un risultato collaterale: i rami di un cespuglio che serviranno da nido e riparo per gli uccelli del cielo. I frutti della presenza del regno di Dio in mezzo a noi non sempre sono quelli che ci potremmo attendere: se abbiamo bisogno di discernere la presenza di un minuscolo seme, dobbiamo anche esercitare il discernimento per scoprire la ricchezza inaspettata che sta in un intrecciarsi di rami prima ancora che nel gonfiarsi di una spiga.
Dโaltro lato abbiamo il pizzico di lievito โ naturale, non chimico โ cioรจ una porzione del pane di ieri messa da parte, custodita e accudita, perchรฉ diventi fermento per il pane di domani. Qui non piรน un uomo, ma una donna, maestra come tutte le donne nel far lievitare la vita, nasconde il fermento vivo nella massa della farina: come il seme nel terreno, cosรฌ il lievito deve scomparire nella pasta per farla lievitare tutta. Poi il pane per diventare tale dovrร conoscere il calore del forno, ma senza lievito resterebbe cibo della schiavitรน e della fretta, come quello consumato subito dopo lโesodo dallโEgitto.
In altri passaggi del vangelo il lievito sarร paragonato alla dottrina, in virtรน della sua capacitร di suscitare lโagire umano, ma qui รจ immagine del regno che entra in mezzo a noi, della stessa nostra natura e sostanza, ma portatore di unโenergia vitale a noi sconosciuta. Come spirito di vita impasta le nostre esistenze e le nostre comunitร , le rivitalizza, le rende ciรฒ che sono chiamate a essere: anticipazioni del regno di Dio nella compagnia umana. Sรฌ, perchรฉ il regno di Dio non รจ qui o lร , ma lo troviamo dove lo lasciamo entrare, nellโadamร , nella terra di cui siamo composti, nella farina che il vento disperderebbe senza lโamalgama dellโimpasto.
fratel Guido
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Il granello crebbe e divenne un albero.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 18-21
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In quel tempo, diceva Gesรน: ยซA che cosa รจ simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? ร simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettรฒ nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi ramiยป.
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E disse ancora: ยซA che cosa posso paragonare il regno di Dio? ร simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataยป.
Parola del Signore
