Gesรน in questi giorni ci sta donando tante parole, insegnamenti dati per immagini, che ci colpiscono ma a volte risultano oscuri ai nostri orecchi e al nostro cuore. Oggi gli stessi discepoli hanno bisogno di fermarsi, in un luogo raccolto, nella casa: luogo dellโintimitร di Gesรน con i suoi, con coloro ai quali โรจ datรฒ conoscere i misteri del regno di Dioโ (Mt 13,11). Allโinterno essi chiedono di ricevere una parola in piรน, la parola di โspiegazioneโ (cf. v. 36): una parola che renda piรน comprensibile per loro le immagini delle parabole. Desiderano capir e Gesรน non nega, non ci nega, una parola chiara, di insegnamento, e prontamente dona loro ciรฒ di cui hanno bisogno.
Come giร per la parabola del seminatore, Gesรน scioglie per i suoi discepoli unโaltra parabola densa di immagini, quella del grano e della zizzania. Se nella parabola in origine la domanda era โDa dove viene la zizzania?โ (Mt 13,27), ora Gesรน ci fa spostare lo sguardo. Gesรน rimanda alla mietitura, โla fine del mondoโ (v. 39), il compimento del tempo, il giudizio del bene e del male, e nel presente fissa il suo sguardo sulla nostra identitร di figli, su chi siamo nel campo del mondo.
Quali โfigliโ siamo? Figli del โFiglioโ o del nemico? Perchรฉ vi รจ il buon seme, seminato dal โFiglio dellโuomoโ (v. 38), che sono i figli del Regno, e poi vi รจ la zizzania, โi figli del Malignoโ, seminati non dal Figlio ma dal nemico. Entrambi continuano a seminare: lโuno semina vie di bene, di comunione, di solidarietร , di vicinanza, di cura, di attenzione, lโaltro semina separazione, vie di discordia, di violenza, di indifferenza, di cattiveria, di egoismo. Sono chiaramente due vie ben distinte, diverse, ma si mescolano nel โcampo che รจ il mondoโ (cf. v. 38), il cuore di ciascuno di noi. Nonostante la forza vitale del vangelo, il nemico continua ad avere unโestrema forza nel seme di male che seminato cresce e si diffonde, perchรฉ trova il terreno nel quale crescere.
Nel campo la nostra identitร di figli ha la possibilitร di crescere, ma cresce ambigua: i semi seminati dal Figlio e dal nemico si mescolano. Gesรน spiegando ci chiama alla vigilanza proprio su questa coesistenza in noi dei diversi semi che lasciamo crescere e ci rimanda allโoggi, il presente, come il tempo di piccole e personali mietiture. Personali perchรฉ รจ sul campo del nostro cuore che noi possiamo tentare di lavorare e sradicare il seme della zizzania, per il resto giungerร un tempo altro. Ora รจ il tempo della quotidiana e personalissima scelta tra lโuna e lโaltra via, tra il Figlio e il nemico, su questo possiamo esercitarci continuamente a discernere. Gesรน ci invita quindi a scegliere quale relazione filiale curare, quali figli vogliamo essere, ci chiede di impegnarci ad โascoltareโ (cf. v. 43) la parola del vangelo che ci viene dal Figlio. Figlio che ha saputo coltivare la relazione con il Padre e nella parola del quale troviamo ciรฒ che puรฒ farci crescere come figli dello stesso Padre. Nellโambiguitร del campo in cui tutti i semi trovano spazio, la filialitร a immagine di Gesรน puรฒ crescere per giungere a portare frutti che solo alla fine saranno rivelati, e puรฒ crescere allโinterno di una cura costante della illuminante relazione con il Padre. La veritร cui aneliamo, la nostra veritร sarร rivelata solo alla fine, solo alla luce del Padre. Nellโoggi pazientiamo nel lento e faticoso lavoro di discernimento e di cura del nostro cuore per crescere sempre piรน come figli nel Figlio.
sorella Elisa
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