Il brano evangelico odierno avvia verso la conclusione del discorso escatologico di Gesรน. Gesรน esorta i suoi ascoltatori alla speranza e alla vigilanza nella fede. Infatti, la fede รจ questo balzo interiore con cui il credente risponde alle tribolazioni, per cui non si lascia abbattere nรฉ dalle condizioni esteriori nรฉ da motivi interiori. Ma si alza e solleva il capo, perchรฉ confida nel Signore e nella liberazione che viene da lui (cf. Lc 21,28). Riconosce che il tempo presente รจ decisivo e che non bisogna sprecarlo.ย
Se il tempo della storia con i suoi drammi โ terremoti, ingiustizie, fame, guerre, persecuzioni โ รจ spesso vissuto come un tempo lungo e pieno di dolori, e a volte sembra non finire mai, Gesรน annuncia un tempo altro, il tempo di Dio. Il Signore รจ vicino, il suo regno รจ vicinissimo. Questo annuncio รจ buona notizia della salvezza. ร come quando si vedono germogliare gli alberi di fico e si capisce che lโestate รจ vicina e con essa il tempo delle raccolte e della gioia.
La vicinanza di Dio con la venuta di Cristo e del suo regno (cf. v. 31) porta la liberazione (cf. Lc 21,28), la vita piena, la beatitudine. Il vangelo per tre volte parla di vicinanza (cf. vv. 28.30.31), non come un avvenimento del passato, ma come evento nellโoggi, per โquesta generazioneโ (v. 32). ร dunque a noi che il vangelo odierno annuncia che il Signore รจ vicino e che sta per venire.
Non รจ detto che questa parola la percepiamo subito come buona notizia. Ci chiediamo come e dove possiamo vederne i segni. Vorremmo vedere, toccare come si osservano i germogli sullโalbero allโapprossimarsi dellโestate. Occorre fare un lavoro interiore, unโeducazione e una purificazione del nostro sguardo. Occorre cercare di acquisire lo sguardo di Gesรน, che ha riconosciuto la vicinanza di Dio lร dove si rivela realmente: presso i poveri, a chi รจ nel pianto, presso chi ha fame di giustizia e presso gli operatori di pace; ha visto il regno di Dio allโopera in chi รจ mite e misericordioso e unificato nel suo cuore โฆ (cf. Mt 5,3-12; Lc 6,20-23), e nella povera vedova che getta nel tesoro del tempio gli ultimi spiccioli, quelli che aveva per vivere (cf. Lc 21,1-4). Con uno sguardo libero e pronto al discernimento Gesรน ha visto anche che sono i piccoli, i semplici, quelli a cui nessuno bada, che riconoscono Dio allโopera nelle loro vite (cf. Mt 11,25).
Gesรน ci insegna cosรฌ che possiamo scorgere i segni della sua venuta e della sua vicinanza proprio dentro le nostre realtร spesso faticose. ร lรฌ che possiamo attenderlo con il cuore vigilante e nella speranza. Egli non deluderร la nostra attesa, perchรฉ egli รจ fedele: โIl cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoโ (v. 33).
Lโatteggiamento della speranza e della vigilanza รจ apertura del cuore, e porta โ dovrebbe portare โ il credente verso una grande fiducia nel Signore. Proprio la parabola del fico, che ci invita a uno sguardo profondo, nutre questa fiducia e questa speranza. โOsservate, guardateโ (v. 29) accuratamente, lโalbero di fico, dice il Signore. ร questo atteggiamento contemplativo che ci porterร a riconoscere la vicinanza misericordiosa del Signore nella nostra vita e ad attendere con speranza la sua venuta.
sorella Alice
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