Guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie, pandemie sono eventi che lโumanitร conosce da sempre. In questo quadro anche le relazioni interpersonali ne sono inficiate, come risulta dallโappello reiterato di Gesรน a โnon lasciarsi ingannareโ, a โnon andare dietro a loroโ (v. 8).
E allora, con quale atteggiamento affrontare queste prove? Quale parola di speranza il Signore ci rivolge a partire da situazioni che portano invero a scoraggiarsi? Questa emergerร nel corso del discorso cosiddetto โescatologicoโ, che occupa il capitolo 21 del vangelo di Luca da cui รจ tratto il brano odierno. Lโinsegnamento di Gesรน qui riguarda le realtร ultime, la fine della storia incamminata verso una salvezza piena e definitiva che caratterizzerร la venuta gloriosa del Figlio dellโuomo.
Questi avvenimenti, con il loro carico di contraddizioni e sofferenze, non sono la โfineโ, il fine (tรฉlos) della storia e della condizione umana; non devono portarci a svigorire la speranza di bene al quale siamo chiamati, semmai potranno purificarla, come avviene in ogni passaggio critico delle nostre esistenze personali e comunitarie, e insegnarci che la salvezza รจ sempre โoltreโ ed รจ opera di Dio, anche se ciascuno di noi รจ chiamato a fare la propria parte.ย
Quale รจ dunque la disposizione corretta per attraversare tali prove? Non certo con lโatteggiamento di chi รจ compiaciuto di quello che appare seducente nei suoi tratti di gloria e bellezza (โun tempio ornato di belle pietre e doni votiviโ, v. 5), rimanendo alla superficie della realtร , non scavando in profonditร . Gesรน ci avverte: di tutto quello che colpisce la nostra ammirazione e ci distoglie dallโessenziale, non resterร nulla, โnon sarร lasciata pietra su pietra che non sarร distruttaโ (v. 6). Come quella casa che cade giรน rovinosamente, perchรฉ costruita sulla terra senza fondamenta e che, investita dal fiume, subito crollรฒ (cf. Lc 6,46-49). Non cosรฌ il discepolo che ascolta le parole del Signore e vi rimane ancorato come a una roccia salda e da queste si lascia orientare.
E non bisogna nemmeno lasciarsi facilmente ingannare da chi annuncia una fine imminente e proclama un falso e forse facile insegnamento nel nome del Signore. Gesรน ci invita a โnon andare dietro a loroโ, a restare lร dove ci troviamo, a non lasciare il nostro posto. Restare, appunto, rimanere, continuare a sperare. La speranza, sappiamo bene, non รจ il facile ottimismo, e per noi discepoli del Signore si fonda sulla promessa di salvezza che egli continua a rivolgerci: โOggi per questa casa รจ venuta la salvezzaโ (Lc 19,9).ย
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La speranza della storia umana ha nel Padre il suo inizio e la sua fine, e in essa possiamo scorgere il suo amore che rinnova incessantemente la vita. Siamo invitati a vivere il tempo presente in forza di questa speranza: โLa salvezza ci viene incontro, ma spetta a noi aiutarla a prendere forma e visibilitร , ad accompagnarla con i nostri sogni e le nostre atteseโ (Luigi Pozzoli). Sforziamoci dunque di edificare un mondo piรน umano, di intessere relazioni accoglienti e rispettose, assolvendo ai nostri compiti quotidiani fedelmente, come servi che alla fine della giornata possono dichiarare: โAbbiamo fatto quello che dovevamo fareโ (Lc 17,10).
fratel Salvatore
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