Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 22 Settembre 2021

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ยซConcedi ciรฒ che comandi e poi comanda ciรฒ che vuoiยป, pregava Agostino (Da quod iubes et iube quod vis). Dinamica che sintetizza anche il movimento che percorre questi versetti del Vangelo secondo Luca, in cui lโ€™azione dei Dodici รจ preceduta e resa possibile da una chiamata e da un dono, quello della forza e dellโ€™autoritร  per far arretrare il male. Quel Gesรน che, nei primi capitoli del Vangelo lucano, viene presentato come il Salvatore che cura e guarisce assicura una prosecuzione e una estensione della sua opera di salvezza attraverso il ministero di coloro che da Lui sono inviati, un ministero che attinge in Lui energia e senso per annunciare il mistero di amore di Dio, cioรจ la buona notizia del Regno.

Gli inviati viaggiano leggeri, facendo a meno anche di quello che sembrerebbe essere ยซil bagaglio indispensabile per viaggiatori prudentiยป, che forse era anche lโ€™equipaggiamento abituale per i pellegrini che si recavano a Gerusalemme: ยซGesรน avrebbe in questo caso radicalmente rovesciato lo scopo, il contenuto e le condizioni materiali del pellegrinaggio: anzichรฉ salire a Gerusalemme, si va dagli israeliti dispersi; anzichรฉ compiere il proprio dovere religioso, si porta la buona novella; al posto del fagotto e del bastone del pellegrino, si porta il vestito minimo degli ultimi tempi. Il missionario, con la sua attivitร , farebbe cosรฌ della semplice abitazione profana un santuario. La santitร  toccherebbe ciascuno nella sua mondanitร  e piรน nessuno avrebbe bisogno di frequentare il santuario. Un rovesciamento cosรฌ radicale presupporrebbe una riflessione sul luogo della santa presenza di Dio, la quale non sarebbe piรน legata al tempio, ma alla persona del messaggero di Dioยป (F. Bovon).

Tale ministero รจ possibile ed รจ fecondo se si radica in una fondamentale fiducia nellโ€™ospitalitร : i Dodici si contraddistinguono per una certa โ€œnuditร โ€ missionaria che non prende su di sรฉ carichi superflui che appesantiscono i passi dei messaggeri (cf. Is 52,7), anzi che sembra addirittura fare a meno del minimo indispensabile, perchรฉ si affida allโ€™accoglienza di coloro che apriranno la porta di casa e del cuore allโ€™annuncio della misericordia, della novitร , del ricominciamento possibile, in unโ€™ospitalitร  che dovrebbe bandire ogni esclusione, per costruire legami nuovi di comunitร  e comunione.

Tale ministero poi รจ fatto di un โ€œrimanereโ€ e di un โ€œripartireโ€, in una fondamentale fiducia nella condivisione: non รจ unโ€™itineranza girovaga ma un sostare nello spazio domestico della casa, partecipando della vita e del lavoro di uomini e donne che intesse una โ€œcompagniaโ€, nel senso fondamentale del termine, cioรจ la condivisione del pane, del cibo, di un tetto.

Non cโ€™รจ spazio per accumulare dei beni, nรฉ per cercare comoditร  passando da un ospite a un altro, ma solo una grazia della provvisorietร  che comunque non mette al riparo dal rifiuto possibile. Nel qual caso ci si scuoterร  la polvere dai piedi: รจ un gesto che ยซnon esprime nรฉ collera nรฉ rancore, ma simboleggia la rottura del rapporto tra personeยป; non vuole essere una mancanza di amore per il prossimo nรฉ una maledizione, ยซma lโ€™amore per il prossimo puรฒ esigere talvolta che si lasci lโ€™altro solo con la sua responsabilitร . Lโ€™amore che cerca di costringere non รจ piรน amoreยป (F. Bovon).

La cura e la guarigione di malati e infermi, al di lร  di qualsiasi potenza miracolistica, dice poi lโ€™attenzione e lโ€™integrazione dei marginali e degli esclusi, che la malattia confinava ai margini della vita comune nel clan e nella comunitร , in un dinamismo distanziante che mescolava impuritร  e colpa. Perchรฉ il Vangelo รจ anche gesto che rialza, cura e risana le ferite del corpo e dellโ€™intimo.

Un monaco di Bose


Fonte

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