Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 20 novembre 2025

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Anche Gesรน piange

Parole dure quelle che ci vengono incontro oggi. Possiamo intenderle come โ€œvangeloโ€ ossia โ€œbuona notiziaโ€ anche per noi? Proviamo a contestualizzarle. 

Lโ€™evangelista Luca alcuni capitoli prima aveva raccontato che, โ€œmentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesรน prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemmeโ€ (Lc 9,51). Gesรน decide risolutamente, letteralmente โ€œindurisce il suo voltoโ€: sa bene che quella รจ la strada che รจ chiamato a imboccare, e sa che รจ un cammino in salita.

Gesรน ora รจ finalmente vicino a Gerusalemme, la sua salita sta arrivando al compimento. Salita non facile. Non facile in sรฉ e non facile per lโ€™esito che lo attende. E che cosa fa Gesรน? รˆ interessante notare il susseguirsi dei verbi: Gesรน si avvicina, vede la cittร , piange sulla cittร . Sempre si avvicina, guarda, ossia instaura una relazione, e compartecipa con tutto se stesso.

Sรฌ, piange. Gesรน, nostro fratello, vero volto di Dio, piange vedendo Gerusalemme. Il profeta Osea dice di Dio: โ€œIl mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassioneโ€ (Os 11,8).

Il vangelo non ha timore di mostrare che Gesรน piange. Anche Gesรน piange. รˆ un pianto che si vede e si sente, un pianto vero, solcato di lacrime, segnato dalla sofferenza. Non รจ una commozione passeggera. Questo ci indica il verbo scelto. Sappiamo dai vangeli che le viscere di Gesรน si muovono a compassione, fremono (pensiamo a quando piange per la morte dellโ€™amico Lazzaro, cf. Gv 11,33.38). E qui รจ un pianto desolato, di dolore per la cittร  santa, per la cittร  che uccide i profeti, per la cittร  amata, amata da sempre nella storia di salvezza con Dio, amata da Gesรน, cittร  ancora dilaniata dallโ€™umanitร  sfigurata. 

Gesรน piange perchรฉ Gerusalemme non ha compreso, non ha conosciuto, soprattutto non ha riconosciuto la sua presenza, la presenza del Messia tanto atteso. Si aspettava un Messia potente e onnipotente, come spesso rischiamo di attenderci anche noi. E invece ecco venire un Re di pace, un uomo indifeso che annuncia e porta pace, che รจ egli stesso la pace, germoglio di salvezza per tutti. 

โ€œIl suo pianto manifesta la sua impotenza davanti al rifiuto. Ma rivela pure la gloria di un amore fedele nellโ€™infedeltร . Questo รจ lโ€™unico modo per creare libertร  dove cโ€™รจ schiavitรน, suscitare risposta anche nel cuore piรน ostinatamente chiuso e offrire una risposta irrevocabile di conversione, che rimane aperta a tutti e per sempreโ€ (Silvano Fausti).

Le parole di Gesรน non sono una condanna: sono invece un avvertimento, un accorato ulteriore tentativo, forse ultimo tentativo, di ridestare cuori capaci di ascoltare, di riconoscere la sua presenza. Per questo possiamo intenderle come buona notizia anche per noi oggi.

Che le parole di Gesรน aprano i nostri occhi alla capacitร  di riconoscere la sua presenza nel travaglio della storia. Che le parole di Gesรน ridestino anche i nostri cuori assopiti e ci donino pace. Cosรฌ potremo cantare anche noi con il salmista: 

โ€œNellโ€™andare camminano piangendo 
e portano il seme da gettare, 
nel tornare vengono cantando 
e portano i raccoltiโ€ (126,6).

sorella Silvia

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Per gentile concessione del Monastero di Bose.

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