Anche Gesรน piange
Parole dure quelle che ci vengono incontro oggi. Possiamo intenderle come โvangeloโ ossia โbuona notiziaโ anche per noi? Proviamo a contestualizzarle.
Lโevangelista Luca alcuni capitoli prima aveva raccontato che, โmentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesรน prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemmeโ (Lc 9,51). Gesรน decide risolutamente, letteralmente โindurisce il suo voltoโ: sa bene che quella รจ la strada che รจ chiamato a imboccare, e sa che รจ un cammino in salita.
Gesรน ora รจ finalmente vicino a Gerusalemme, la sua salita sta arrivando al compimento. Salita non facile. Non facile in sรฉ e non facile per lโesito che lo attende. E che cosa fa Gesรน? ร interessante notare il susseguirsi dei verbi: Gesรน si avvicina, vede la cittร , piange sulla cittร . Sempre si avvicina, guarda, ossia instaura una relazione, e compartecipa con tutto se stesso.
Sรฌ, piange. Gesรน, nostro fratello, vero volto di Dio, piange vedendo Gerusalemme. Il profeta Osea dice di Dio: โIl mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassioneโ (Os 11,8).
Il vangelo non ha timore di mostrare che Gesรน piange. Anche Gesรน piange. ร un pianto che si vede e si sente, un pianto vero, solcato di lacrime, segnato dalla sofferenza. Non รจ una commozione passeggera. Questo ci indica il verbo scelto. Sappiamo dai vangeli che le viscere di Gesรน si muovono a compassione, fremono (pensiamo a quando piange per la morte dellโamico Lazzaro, cf. Gv 11,33.38). E qui รจ un pianto desolato, di dolore per la cittร santa, per la cittร che uccide i profeti, per la cittร amata, amata da sempre nella storia di salvezza con Dio, amata da Gesรน, cittร ancora dilaniata dallโumanitร sfigurata.
Gesรน piange perchรฉ Gerusalemme non ha compreso, non ha conosciuto, soprattutto non ha riconosciuto la sua presenza, la presenza del Messia tanto atteso. Si aspettava un Messia potente e onnipotente, come spesso rischiamo di attenderci anche noi. E invece ecco venire un Re di pace, un uomo indifeso che annuncia e porta pace, che รจ egli stesso la pace, germoglio di salvezza per tutti.
โIl suo pianto manifesta la sua impotenza davanti al rifiuto. Ma rivela pure la gloria di un amore fedele nellโinfedeltร . Questo รจ lโunico modo per creare libertร dove cโรจ schiavitรน, suscitare risposta anche nel cuore piรน ostinatamente chiuso e offrire una risposta irrevocabile di conversione, che rimane aperta a tutti e per sempreโ (Silvano Fausti).
Le parole di Gesรน non sono una condanna: sono invece un avvertimento, un accorato ulteriore tentativo, forse ultimo tentativo, di ridestare cuori capaci di ascoltare, di riconoscere la sua presenza. Per questo possiamo intenderle come buona notizia anche per noi oggi.
Che le parole di Gesรน aprano i nostri occhi alla capacitร di riconoscere la sua presenza nel travaglio della storia. Che le parole di Gesรน ridestino anche i nostri cuori assopiti e ci donino pace. Cosรฌ potremo cantare anche noi con il salmista:
โNellโandare camminano piangendo
e portano il seme da gettare,
nel tornare vengono cantando
e portano i raccoltiโ (126,6).
sorella Silvia
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