Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 2 Ottobre 2019

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Le tre persone che si propongono di seguire il cammino di Gesรน o vengono da lui chiamate mostrano tutte le difficoltร  e le resistenze che si accompagnano allโ€™intraprendere e a portare avanti il cammino dietro a Gesรน. Tre incontri che parlano alle nostre vite, smascherando atteggiamenti che noi stessi mettiamo in atto nella nostra sequela.

Una persona si presenta a Gesรน e proclama che lo seguirร  ovunque lui vada. Gesรน gli risponde con un detto che cerca di svegliarlo alla dimensione di precarietร , di rinuncia, di povertร , di mancanza e dunque di perdita di sicurezze che la sequela comporta. Chi segue il Figlio dellโ€™uomo non puรฒ nemmeno contare su quelle precarie e relative sicurezze che sono una tana, un nido, un rifugio, su cui persino gli animali possono contare. C’รจ una perdita sul piano affettivo che si verifica con la sequela radicale, cโ€™รจ un distacco da un grembo materno rassicurante, cโ€™รจ il rischio di non accoglienza. Questo โ€“ dice Gesรน allโ€™uomo che si era offerto per la sequela, ma lo dice anche a noi โ€“ va messo in conto: โ€œNon pensiate di essere sempre accolti, sempre riconosciuti, sempre avvolti da un grembo affettivo protettivoโ€.ย 

Una seconda persona viene chiamata da Gesรน stesso: โ€œSeguimiโ€ (v. 59). Se nel primo incontro Gesรน pone lโ€™esigenza di un distacco netto dal grembo materno, da un alveo securizzante affettivo, qui egli chiede un distacco netto dalla figura paterna, facendo balenare una radicalitร  implacabile: chiede adesione immediata, senza indugi, ma anche una rottura con lโ€™ordine del dovere, dovere familiare anzitutto, ma anche religioso e sociale, come seppellire il padre. Cโ€™รจ un restare fedele a ordini famigliari, sociali e religiosi che diventa un tenere compagnia ai morti (โ€œmorti che seppelliscono i loro mortiโ€: v. 60). Chi continua a vivere sotto lโ€™ombra lunga della madre o del padre anche in etร  adulta o in situazioni di vita altra, resta ancora nella sfera di influenza della morte, dร  potere alla morte su di sรฉ. Da parte sua, chi li ha generati deve saperli lasciare andare, altrimenti da grembo generante diviene tomba divorante. Si rischia di restare schiavi di un passato che si fa costantemente presente e impedisce il futuro.

Infine, unโ€™ultima persona che, anche lei, si propone di seguire Gesรน, ma anteponendo una condizione: โ€œTi seguirรฒ, ma prima permetti che mi congedi da quelli di casa miaโ€ (v. 61). Si tratta del difetto grave di chi pone condizioni alla radicalitร  cristiana. Qui ciรฒ che viene preposto รจ il congedo da quelli della famiglia: dopo il richiamo a madre e padre, ecco ora il piรน ampio gruppo parentale. A dire la potenza del richiamo familiare, della relazionalitร  affettiva famigliare su chi deve crescere a vita autonoma e adulta e inoltrarsi in unโ€™altra vita. Ci sono legami con il passato che occorre recidere, altrimenti non si inizierร  mai una vita nuova e si resterร  sempre nella vecchia.

A noi tutti, dunque, il monito che questo passo evangelico rivolge, ripreso anche all’inizio della nostra regola monastica: โ€œUna volta messo mano allโ€™aratro, non volgerti indietro: mosso dallo Spirito santo, vaโ€™ avanti sulle tracce di Gesรน, tuo maestro, tuo Signore, verso il tuo unico padre: Dio!โ€ (Regola di Bose 2).

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fratel Matteo

Fonte

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Lc 9,57-62

In quel tempoย 57mentre Gesรน e i discepoli camminavano per la strada, un tale gli disse: ยซTi seguirรฒ dovunque tu vadaยป.ย 58E Gesรน gli rispose: ยซLe volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capoยป.ย 59A un altro disse: ยซSeguimiยป. E costui rispose: ยซSignore, permettimi di andare prima a seppellire mio padreยป.ย 60Gli replicรฒ: ยซLascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dioยป.ย 61Un altro disse: ยซTi seguirรฒ, Signore; prima perรฒ lascia che io mi congedi da quelli di casa miaยป.ย 62Ma Gesรน gli rispose: ยซNessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro รจ adatto per il regno di Dioยป.

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