Nella luce della festa e della comunione di Tutti i santi, ecco la memoria dei morti, che per i cristiani รจ una grande celebrazione della resurrezione, della vita eterna in Cristo.
Ogni creatura nasce, viene al mondo, vive e poi muore. Immerso in questo oceano di vita e dunque di morte, lโessere umano vive perรฒ lโevento della morte non solo nella fatica che accompagna il mestiere di vivere, ma anche come la somma ingiustizia. Morire รจ doloroso e dentro di noi la memoria mortis puรฒ generare smarrimento, dubbi, rivolta. Ed รจ proprio lโamore che viviamo a rendere difficile questo trapasso, questo esodo, e di conseguenza lโabbandono di quanti amiamo e ci amano. Quando ci accade di amare qualcuno come noi stessi (cf. Lv 19,18; Mc 12,31 e par.), la morte diventa veramente piรน faticosa, perchรฉ significa umanamente la fine del vivere lโamore. Comโรจ possibile che lโamore finisca, quando lโesperienza ci dice che vuole per sua natura essere eterno, โper sempreโ?
Di fronte a questa domanda la fede cristiana ci puรฒ fornire non una certezza, ma una convinzione: lโamore tende alla vita eterna. Questa รจ una grande speranza, originata da quella fede che ci porta a credere che la volontร di Dio รจ la nostra salvezza. โDioโ, che โรจ amoreโ (1Gv 4,8.16), vuole la salvezza di tutti noi, come si legge nellโinsieme delle sante Scritture, ben sintetizzate da unโaffermazione dellโApostolo: โDio vuole che tutti siano salvatiโ (1Tm 2,4), e salvati significa salvati dalla morte, perchรฉ non cโรจ salvezza se non dalla morte.
ร quanto anche Gesรน ci annuncia in questo breve brano del quarto vangelo. Ci rivela che โquesta รจ la volontร del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eternaโ (v. 40). Chiunque, ogni essere umano che nella fede contempla il Figlio. Non si tratta di una visione teologica: vedere il Figlio significa vedere Gesรน in Dio e Dio in Gesรน; significa riconoscere Gesรน come il racconto ultimo e definitivo di Dio (cf. Gv 1,18); significa vedere lโuomo Gesรน, il vero Adamo venuto dopo (cf. 1Cor 15,45) ma in Dio fin dallโin-principio. La nostra vita รจ una trama di incontri, di relazioni, di affetti. Ma ciรฒ che resta dei fili di questa trama รจ il vedere lโuomo, lโuomo autentico come Dio lโha voluto, creato e amato (cf. Col 1,15-17), e aderire a lui, cioรจ renderlo ispirante per la nostra vita quotidiana. Per tutti cโรจ un unico cammino di salvezza: la vittoria sulla morte e la vita eterna che si ha quando si vede questโuomo โ โEcco lโuomo!โ (Gv 19,5) โ e si aderisce a lui.
Per quanti credono in Gesรน Cristo, il quale รจ morto ed รจ stato sepolto โ come si ripete nel Credo โ, il morire รจ un cammino con lui, che ci precede nella morte e nella sepoltura. Ma essendo risorto, ci precede anche e ci attende con le braccia spalancate, per portarci con sรฉ per sempre nella vita eterna: โIo lo risusciterรฒ nellโultimo giornoโ (v. 40). ร in lui che ritroveremo per sempre quanti abbiamo amato, perchรฉ ci sono stati dati dal Signore come prossimo, come possibilitร di incontro faccia a faccia. Ci sono stati donati affinchรฉ facciamo storia, diventiamo piรน umani, e quindi possiamo realizzare la vocazione che il Signore ci ha dato quando ci ha chiamati in vita, dunque alla vita.
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fratel Ludwig
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risesciterรฒ nell’ultimo giorno.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 37-40
In quel tempo, Gesรน disse alla folla: ยซTutto ciรฒ che il Padre mi dร , verrร a me: colui che viene a me, io non lo caccerรฒ fuori, perchรฉ sono disceso dal cielo non per fare la mia volontร , ma la volontร di colui che mi ha mandato. E questa รจ la volontร di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti รจ la volontร del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giornoยป.
Parola del Signore
