Nel testo evangelico, il versetto 25 inizia affermando che Gesรน, โrispondendoโ o โprendendo la parolaโ disseโฆ Gesรน reagisce con la preghiera (โTi benedico, Padreโ) a quanto narrato precedentemente: nel capitolo undicesimo emerge la constatazione dello scarso interesse suscitato dalla persona, dalla predicazione e dalle opere di Gesรน (cf. Mt 11,1-24). Gesรน integra nella preghiera lโinsuccesso, mette tutto davanti al Padre e conferma il suo โsรฌโ, il suo โamenโ, la sua decisione irrevocabile di adesione a lui. Il suo โsรฌโ al Padre non รจ condizionato dal successo della sua missione, ma รจ unโadesione radicale che anche situazioni contraddittorie non intaccano.
La preghiera di Gesรน ringrazia il Padre non tanto per lโazione di nascondimento nei confronti di alcuni, quanto per lโazione di rivelazione nei confronti di altri. Lโadesione di alcuni, definiti piccoli e semplici, che, credendo alla parola e alle opere compiute da Gesรน, hanno colto in lui la rivelazione del Padre, diviene svelamento del cuore di altri, la cui sapienza intellettuale e dotta si rivela inconsistente davanti alla semplicitร dei piccoli. E dai piccoli, Gesรน passa agli stanchi e agli oppressi mostrandosi luogo di accoglienza e di riconoscimento per loro.
Le parole di Gesรน nei versetti 28-29 abbozzano un vero e proprio itinerario di sequela del discepolo. Abbiamo anzitutto la chiamata: โVenite a meโ; quindi la necessaria rinuncia alla volontร propria per obbedire alla volontร del Signore (โprendete il mio giogoโ). Per โvolontร propriaโ non si intende la libera determinazione dellโuomo, ma la sua volontร egocentrica, autoreferenziale, โcarnaleโ. Quindi cโรจ lโattitudine del discepolo, lโobbedienza del discepolo al suo maestro e Signore (โImparate da meโ) e infine il riposo, la pienezza di vita trovata nel Signore (โtroverete riposo per le vostre viteโ).
Il โgiogoโ di Gesรน non designa dettami religiosi o comandi da eseguire, ma una relazione, un legame, onorando cosรฌ lโetimologia della parola (lโindoeuropeo yug, cf. anche il sanscrito yoga) che designa lโazione di โriunireโ, โmettere insiemeโ. Il giogo di Gesรน leggero e soave รจ in continuitร con il comando biblico di amare e con lโidea che colui che ama fa con gioia la volontร dellโamato. Anche lโatto di comandare lโamore, assurdo se posto in bocca a un terzo, รจ pienamente sensato se posto in bocca allโamante. Lโamante puรฒ dire โAmami!โ, lโamante puรฒ chiedere amore.
Gesรน promette riposo a chi assume il suo giogo, ma un giogo resta un giogo e nulla toglie la fatica di portarlo. Amare รจ un lavoro impegnativo e la sequela Christi comporta sforzo e fatica. Di fronte alla tentazione di eliminare dal vivere ciรฒ che รจ faticoso e comporta sofferenza, in nome dellโidolatria del โtutto, subito e senza sforzoโ, occorre ricordare che non si danno grandi realizzazioni umane e spirituali senza fatica, dedizione, impegno, rinuncia. Nรฉ possiamo dimenticare che il giogo dellโobbedienza portato da Gesรน durante tutta la sua vita รจ divenuto, alla fine della sua vita, un portare la croce.
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fratel Luciano
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Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal Vangelo secondo Marco
Mt 11, 25-30
In quel tempo Gesรน disse:
ยซTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ hai deciso nella tua benevolenza. Tutto รจ stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
