Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 17 Dicembre 2020

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Un lungo elenco di nomi, quasi una filastrocca, scompigliata solo da tre nomi di donne โ€“ piรน una quarta indicata con una parafrasi โ€“ e da una scansione temporale segnata da un re e da una deportazione in esilio, conclusa poi da uno scostamento brusco su una quinta donna.

Questo il vangelo, la โ€œbuona notiziaโ€ per noi oggi, nel giorno in cui si apre la novena di Natale. Ma non sarebbe bastato un solo versetto, piรน essenziale: โ€œGenealogia di Gesรน Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo, nato da Maria, sposa di Giuseppe, della tribรน di Giudaโ€? No, non sarebbe bastato, e infatti Luca, invece di scendere di generazione in generazione da Abramo a Gesรน, risale di paternitร  in paternitร  da Gesรน addirittura fino ad Adamo, figlio di Dio.

Non sarebbe bastato perchรฉ per comprendere in profonditร  il senso dellโ€™incarnazione bisognava passare attraverso lโ€™impasto concreto di umanitร  fatto di uomini e donne con le loro miserie e le loro grandezze, con la quotidianitร  di una vita che genera altra vita.

Allora il guardare piรน da vicino le donne di una genealogia tutta al maschile puรฒ essere lโ€™occasione per accostarci non a unโ€™umanitร  ideale, ma al concreto e contraddittorio snodarsi dellโ€™avventura umana sulla terra. Incontriamo cosรฌ Tamar (cf. Gen 38,6-30), obbligata a fingersi prostituta per veder rispettati i diritti che una societร  patriarcale le negava dopo averglieli formalmente assicurati. Poi abbiamo Racab (cf. Gs 2,1-24), prostituta che potremmo giudicare traditrice dei suoi concittadini di Gerico, ma che di fronte a un imminente, ineluttabile annientamento di tutta la cittร , riuscรฌ almeno a mettere in salvo lโ€™intera sua famiglia, come Lot. Poi cโ€™รจ Rut la moabita, nipote di Racab e bisnonna del re Davide: una vedova che per amore fedele accetta di seguire la suocera, a sua volta vedova, in un paese straniero dove le donne straniere sono emarginate: alla sua vicenda la Bibbia dedica un libro intero, da leggersi in un solo giorno nella festa della Pentecoste, perchรฉ il bene di cui ci narra non conosce pause e interruzioni. Infine cโ€™รจ lโ€™innominata, una donna abusata dal re spasimante che poi commissiona la morte del marito per coprire il proprio misfatto, una donna che non solo subisce violenza, ma che verrร  ricordata come adultera, mentre tale appellativo scivolerร  via dalle spalle del re suo signore.

Queste le donne nominate. Accanto a loro, anzi, sopra di loro come a soverchiarle per numero e importanza, abbiamo re trionfanti e altri esiliati, figure note e uomini di potere caduti in disgrazia, come anche oscuri testimoni di una promessa che resta viva. Anche questo รจ vangelo, buona notizia perchรฉ ci ricorda che Dio si รจ fatto uomo non per finta nรฉ per gioco, che il Figlio di Dio ha potuto essere chiamato โ€œfiglio di Giuseppe di Nazaretโ€, che la redenzione, la promessa realizzata della vita piรน forte della morte passa attraverso i sentieri tortuosi delle nostre esistenze quotidiane. La consapevolezza che lโ€™amore misericordioso di Dio in Gesรน ha ricoperto quellโ€™ordinaria sequenza di nomi ci porterร  allora a riconoscerlo presente in ogni istante della nostra vita, nel quotidiano di ogni incontro con i nostri fratelli e sorelle in umanitร .

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fratel Guido


Fonte

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