Stare al gioco del tempo
Si dice talvolta che Gesรน fu un rivoluzionario che infrangeva la legge, perchรฉ non praticava i digiuni previsti dalla legge nรฉ osservava certe prescrizioni, come ad esempio il sabato o le regole di puritร . ร leggere male ciรฒ che dicono gli evangeli. Fermandoci sulla sola questione del digiuno occorre rilevare che la legge non prescrive dei giorni fissi di digiuno; la regolamentazione dei digiuni (cf. Lc 18,12: โIo digiuno due volte alla settimana!โ) รจ โtradizione umanaโ, non cattiva in sรฉ, certo, ma perlomeno soggetta a interpretazione. Saranno poi i cristiani, non Gesรน, a proporre molto presto due giorni di digiuno, fissati espressamente in giorni diversi di quelli degli ebrei: il mercoledรฌ e il venerdรฌ, anzichรฉ il lunedรฌ e il giovedรฌ (cf. Didachรจ 8,1).
Nel brano odierno, Gesรน, รจ vero, non digiuna, diversamente dai farisei e dai discepoli di Giovanni, ma non si oppone al digiuno! Dice solo che cโรจ un tempo per ogni cosa: un tempo per digiunare e un tempo per rallegrarsi, lo diceva giร Qohelet anche se con altre parole: โCโรจ un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare โฆโ (Qo 3,4).
Quando dunque Gesรน sta con i suoi discepoli, quando sta in mezzo a noi, non cโรจ ragione di digiunare. Oh, se i cristiani sapessero essere un poโ piรน gioiosi quando vivono in presenza del loro Signore! Non avvenga che al vedere il volto dei cristiani e della chiesa si abbia solo voglia di scappare! Me lo dicevano giร nella mia infanzia: โUn cristiano triste รจ un triste cristiano!โ
Tornando al testo odierno, i contraddittori sembrano utilizzare lโatteggiamento di Gesรน solo come un pretesto per opporsi a lui. Lโopposizione precede il pretesto, sicchรฉ quale che sia lโatteggiamento di Gesรน, esso diventa causa di polemica. Infatti, altrove negli evangeli, Gesรน traccia il ritratto della sua generazione, della quale potremmo anche far parte: โA chi posso paragonare questa generazione? ร simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: โVi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!โโ (Mt 11,16-17). Vale a dire: anche se Gesรน e i discepoli avessero digiunato, sarebbero stati contestati, perchรฉ nel gioco dei bambini cโรจ, da una parte, quelli che stanno con Giovanni e con Gesรน e che, a seconda dei tempi, cantano un lamento o suonano una gioiosa serenata, e, dallโaltra, โquesta generazioneโ che, in ambedue i casi, non sta al gioco.
Ecco il problema: stare al gioco; ovvero: vivere coerentemente il tempo presente, piangere con chi piange e rallegrarsi con chi รจ nella gioia, o, per dirla con una parola sola, esercitare la compassione, il โpatire conโ โ dove โpatireโ non significa solo soffrire, ma vivere con tutto lโessere ciรฒ che lโaltro sperimenta โ.
Cosรฌ si potrร conservare il vino vecchio (che รจ anche buono) nelle sue otre e si verserร il vino nuovo in otre nuove. Infatti, non ci si rallegra in una liturgia funebre, nรฉ si digiuna in una festa nuziale!
fratel Daniel
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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