Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 13 Luglio 2020

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Sono parole esigenti, perfino urtanti, quelle che il Signore ci rivolge oggi. Gesรน, rivelatosi come โ€œmite e umile di cuoreโ€ (Mt 11,29), afferma che รจ venuto a portare non pace ma spada sulla terra; inoltre, pretende per sรฉ un amore piรน grande di quello che naturalmente siamo portati a nutrire per i nostri familiari. Un primo passo da fare รจ porci in una disposizione di fiducia e di ascolto di una parola โ€œaltraโ€ da quelle che vorremmo sentirci dire, capace di penetrare nelle nostre fibre, โ€œpiรน tagliente di una spada a doppio taglioโ€ e in grado di passare al vaglio i sentimenti e i pensieri del nostro cuore (cf. Eb 4,12).

Al cuore della pericope vi รจ una parola che puรฒ illuminarne il senso: โ€œChi avrร  tenuto per sรฉ (letteralmente: โ€˜avrร  trovatoโ€™) la propria vita, la perderร โ€ (v. 39). รˆ unโ€™affermazione paradossale e cosรฌ fondamentale che Gesรน la ripete piรน volte ai discepoli, e con espressioni diverse: โ€œChi vuole salvare la propria vita, la perderร โ€ (Lc 9,24); โ€œChi ama la propria vita, la perdeโ€ (Gv 12,25).ย 

Cโ€™รจ un trattenere, un conservare per sรฉ che non genera vita: รจ lโ€™atteggiamento di chi pone se stesso al centro, come se tutto dovesse ruotare attorno al suo piccolo mondo. Occorre un lavoro interiore per imparare a spezzare questa logica, unโ€™opera costante di decentramento da sรฉ per aprirci sempre piรน agli altri e alla vita, e porci sotto lo sguardo del Signore (โ€œa causa miaโ€). Con le parole di Martin Buber: โ€œCominciare da se stessi, ma non finire con se stessi; prendersi come punto di partenza, ma non come meta; conoscersi, ma non preoccuparsi di sรฉโ€. รˆ un cambio di prospettiva che ci conduce a centrarci sulla persona a cui รจ rivolto il nostro cuore e a far sรฌ che i nostri affetti non siano esclusivi.ย 

Un perdere la propria vita โ€“ il termine greco psychรฉ designa la vita non solo nella sua fisicitร , ma anche nella sua unicitร  irripetibile โ€“ che รจ comprensibile alla luce dellโ€™esistenza di Gesรน, che lโ€™ha vissuta donandola: donando il proprio tempo, la propria presenza. Si tratta di imparare a lasciare, esperienza che con il passare degli anni si acuisce, avendo a che fare con perdite sempre piรน numerose, per cui ci rendiamo conto di stringere meno in pugno la nostra esistenza.

Gesรน non ci comanda di rinunciare alla vita, alla bellezza, alla gioia, che pure lui ha sperimentato, ma di orientare la nostra esistenza sulla linea della condivisione e non del possesso. Il dono genera e trasmette vita, riscatta il non senso, ciรฒ che รจ effimero e non dura. Nellโ€™atto del donarci percepiamo che la vita scorre in noi, e cosรฌ la ritroviamo.ย 

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โ€œPrendereโ€ la propria croce significa affrontare quel cammino che ha portato Gesรน a perdere la sua vita per gli altri, perchรฉ il vero amore รจ inscindibile dal sacrificio. รˆ una scelta attiva e consapevole. E non pensiamo di dover far chissร  che cosa: il testo parla del dono di un bicchiere di acqua fresca; lโ€™agape passa attraverso gesti semplici con i quali possiamo esprimere sollecitudine per i nostri fratelli.ย 

E cosรฌ, senza averla ricercata in modo interessato, riceviamo la nostra ricompensa: un cuore dilatato a misura di quello di Cristo, la presenza stessa del Signore. โ€œChi accoglie voi, accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha inviatoโ€ (Mt 10,40).

fratel Salvatore


Fonte

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