Il discorso della pianura, versione lucana del discorso sul monte che leggiamo nellโEvangelo secondo Matteo, inizia anchโesso con un invito alla gioia: โBeatiโ. Ma giร questa sola parola suscita difficoltร . ร un aggettivo un poโ desueto che utilizziamo raramente nel linguaggio corrente e se lo usiamo designa una realtร che non corrisponde nรฉ a ciรฒ che indica lโaggettivo greco nรฉ, meno ancora, allโequivalente ebraico.
NellโAT, questa parola apre il libro dei Salmi (che in ebraico รจ il libro delle Lodi): โBeato lโuomo che non entra nel consiglio dei malvagiโฆโ (Sal 1,1) e evoca un movimento, uno slancio a tal punto che Andrรฉ Chouraqui, nella sua originalissima traduzione della Bibbia in francese, non ha esitato a renderla con: โEn marche!โ (piรน o meno: โAvanti!โ). Allo stesso modo, questo discorso di Gesรน รจ un grande invito โ โallegro con motoโ, sono tentato di dire โ alla gioia, alla piena felicitร .
Ma lโentusiasmo si raffredda subito dopo, perchรฉ la condizione di quelli che sono invitati alla gioia รจ tuttโaltro che felice: poveri che hanno fame e piangono, senza parlare dei perseguitati. Stiamo attenti perรฒ a non dichiarare felici quelli che stanno in quelle situazioni, perchรฉ la loro felicitร non deriva da questo stato di disagio e di sofferenza. Sarebbe cadere nel controsenso.
Sarebbe dimenticare che Luca ha premesso una parola importante a questo discorso: โalzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesรน dicevaโฆโ. ร dunque una parola indirizzata a un โvoiโ che sono i discepoli di Gesรน, quelli che lo seguono e credono in lui.
La loro gioia, il loro entusiasmo, non nasce dalla loro povertร , dalla loro fame o dalle persecuzioni che subiscono, ma dal loro camminare (il movimento contenuto nel โbeati voiโ) dietro a Gesรน, il re del regno messianico. Poichรฉ lo seguono, sono โ come dice la prima beatitudine โ giร ora nel regno di Dio! E questo regno si esprimerร in futuro come sazietร e grande allegria, come la โricompensaโ di cui parla la quarta beatitudine, ricompensa data perรฒ non ora, ma โnel cieloโ.
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Si capisce allora il senso di queste beatitudini: la gioia sta nellโessere con il Cristo, โil piรน bello tra i figli di Dioโ (Sal 45,3); ma essere suoi discepoli implica la conformazione a lui e a ciรฒ che ha vissuto, fino alla morte in croce. Tuttavia, condividendo con il Cristo qualcosa della sua sorte, il credente non รจ solo: il Cristo gli sta vicino, come avvenne al brigante che moriva accanto a Gesรน il quale sentรฌ la meravigliosa promessa: โOggi con me sarai nel paradisoโ (Lc 23,43).
Solo Luca ha aggiunto i โguai a voi!โ. Anche qui lโabitudine ci inganna: pensiamo subito che si tratti di maledizioni. No! Sono lamenti, canti funebri. Se i discepoli di Gesรน, i โvoiโ, sono ricchi, felici e sazi, se tutti dicono bene di loro, ciรฒ รจ prova che non sono seguaci di Gesรน; si ingannano e si illudono di essere viviโฆ In realtร sono morti ambulanti. Gesรน non li maledice, proclama invece su di loro un โohimรจโ profetico, pronunciato appunto perchรฉ tale non sia la loro fine.ย
fratel Daniel
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Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6, 20-26
In quel tempo, Gesรน, alzร ti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
ยซBeati voi, poveri,
perchรฉ vostro รจ il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perchรฉ sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perchรฉ riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dellโuomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perchรฉ, ecco, la vostra ricompensa รจ grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perchรฉ avete giร ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perchรฉ avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perchรฉ sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profetiยป.
Parola del Signore
