Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 2 Novembre 2018

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Nella luce della festa e della comunione di Tutti i santi, ecco la memoria dei morti, che per i cristiani รจ una grande celebrazione della resurrezione, della vita eterna in Cristo.

Ogni creatura nasce, viene al mondo, vive e poi muore. Immerso in questo oceano di vita e dunque di morte, lโ€™essere umano vive perรฒ lโ€™evento della morte non solo nella fatica che accompagna il mestiere di vivere, ma anche come la somma ingiustizia. Morire รจ doloroso e dentro di noi la memoria mortis puรฒ generare smarrimento, dubbi, rivolta. Ed รจ proprio lโ€™amore che viviamo a rendere difficile questo trapasso, questo esodo, e di conseguenza lโ€™abbandono di quanti amiamo e ci amano. Quando ci accade di amare qualcuno come noi stessi (cf. Lv 19,18; Mc 12,31 e par.), la morte diventa veramente piรน faticosa, perchรฉ significa umanamente la fine del vivere lโ€™amore. Comโ€™รจ possibile che lโ€™amore finisca, quando lโ€™esperienza ci dice che vuole per sua natura essere eterno, โ€œper sempreโ€?

Di fronte a questa domanda la fede cristiana ci puรฒ fornire non una certezza, ma una convinzione: lโ€™amore tende alla vita eterna. Questa รจ una grande speranza, originata da quella fede che ci porta a credere che la volontร  di Dio รจ la nostra salvezza. โ€œDioโ€, che โ€œรจ amoreโ€ (1Gv 4,8.16), vuole la salvezza di tutti noi, come si legge nellโ€™insieme delle sante Scritture, ben sintetizzate da unโ€™affermazione dellโ€™Apostolo: โ€œDio vuole che tutti siano salvatiโ€ (1Tm 2,4), e salvati significa salvati dalla morte, perchรฉ non cโ€™รจ salvezza se non dalla morte.

รˆ quanto anche Gesรน ci annuncia in questo breve brano del quarto vangelo. Ci rivela che โ€œquesta รจ la volontร  del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eternaโ€ (v. 40). Chiunque, ogni essere umano che nella fede contempla il Figlio. Non si tratta di una visione teologica: vedere il Figlio significa vedere Gesรน in Dio e Dio in Gesรน; significa riconoscere Gesรน come il racconto ultimo e definitivo di Dio (cf. Gv 1,18); significa vedere lโ€™uomo Gesรน, il vero Adamo venuto dopo (cf. 1Cor 15,45) ma in Dio fin dallโ€™in-principio. La nostra vita รจ una trama di incontri, di relazioni, di affetti. Ma ciรฒ che resta dei fili di questa trama รจ il vedere lโ€™uomo, lโ€™uomo autentico come Dio lโ€™ha voluto, creato e amato (cf. Col 1,15-17), e aderire a lui, cioรจ renderlo ispirante per la nostra vita quotidiana. Per tutti cโ€™รจ un unico cammino di salvezza: la vittoria sulla morte e la vita eterna che si ha quando si vede questโ€™uomo โ€“ โ€œEcco lโ€™uomo!โ€ (Gv 19,5) โ€“ e si aderisce a lui.

Per quanti credono in Gesรน Cristo, il quale รจ morto ed รจ stato sepolto โ€“ come si ripete nel Credo โ€“, il morire รจ un cammino con lui, che ci precede nella morte e nella sepoltura. Ma essendo risorto, ci precede anche e ci attende con le braccia spalancate, per portarci con sรฉ per sempre nella vita eterna: โ€œIo lo risusciterรฒ nellโ€™ultimo giornoโ€. รˆ in lui che ritroveremo per sempre quanti abbiamo amato, perchรฉ ci sono stati dati dal Signore come prossimo, come possibilitร  di incontro faccia a faccia. Ci sono stati donati affinchรฉ facciamo storia, diventiamo piรน umani, e quindi possiamo realizzare la vocazione che il Signore ci ha dato quando ci ha chiamati in vita, dunque alla vita.

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Gv 6, 37-40
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซTutto ciรฒ che il Padre mi dร , verrร  a me: colui che viene a me, io non lo caccerรฒ fuori, perchรฉ sono disceso dal cielo non per fare la mia volontร , ma la volontร  di colui che mi ha mandato.
E questa รจ la volontร  di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti รจ la volontร  del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giornoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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