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Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 24 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 14,1-15,47

Pace e bene, questa domenica inizia la Settimana Santa, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. Che la meditazione sulla Passione del Signore possa guarire gli occhi del cuore e appassionarci d’amore per Lui e per gli altri, cosicché la nostra vita diventi sempre più un dono d’amore!

In questa domenica delle Palme, inizio della settimana santa, il Vangelo  ci propone la passione di Gesù, un vero collirio per l’anima che apre i  nostri occhi sull’amore infinito del Signore così come accadde un giorno  ad una un’intellettuale che si professava atea. «Un giorno le cadde  addosso una notizia tremenda: sua figlia di sedici anni ha un tumore alle  ossa.

La operano. La ragazza torna dalla sala operatoria martoriata, con  tubi, sondini, flebo da tutte le parti. Soffre terribilmente, geme e non  vuole sentire nessuna parola di conforto. La mamma, sapendola pia e  religiosa, pensando di farle piacere, le dice: “Vuoi che ti legga qualcosa  del Vangelo?”. “Sì, mamma!”. “Che cosa?”. “Leggimi la passione”. Lei, che  non aveva mai letto il Vangelo, corre a comprarne uno dai cappellani.

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Si  siede accanto al letto e comincia a leggere. Dopo un po’ la figlia si  addormenta, ma lei continua, nella penombra, a leggere in silenzio fino  alla fine. “la figlia si addormentava – diceva lei stessa più tardi – e la  mamma si destava!”. Si destava dal suo ateismo. La lettura della passione  di Cristo le aveva cambiato per sempre la vita. (R. Cantalamessa).  

Per questo ci fa tanto bene leggere e rileggere con attenzione i racconti  della passione nei vangeli. In essi, ci troviamo davanti a diverse situazioni  e a diversi personaggi che da una parte fanno emergere lo squallore del  peccato degli uomini e la sofferenza che arreca; mentre dall’altra fanno  emergere la grandezza dell’amore e del perdono di Dio verso ognuno di  noi.

Vi sono alcuni sacerdoti, farisei e maestri della legge che hanno  consegnato Gesù a Pilato per invidia: Invidiosi perché la folla seguiva  Gesù e non loro, gelosi perché legati ai loro ruoli di potere, e per questo  rimproverati proprio da Gesù! C’è la folla che a Gerusalemme osannava  Gesù ma che davanti a Pilato, istigata dai capi, grida di liberare il ladrone  Barabba e di condannare Gesù alla crocifissione.

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C’è Pilato che per paura  di perdere il consenso del popolo e il favore dell’imperatore, pur  consapevole dell’innocenza di Gesù, non si schiera a favore della verità,  lavandosene le mani. C’è Giuda che tradisce il Maestro per trenta monete:  tradisce non solo per denaro, ma perché Gesù non era venuto secondo il  suo criterio di liberatore potente e glorioso, ma sotto le vesti di agnello  mansueto, come il servo sofferente profetizzato da Isaia.

Tradendolo,  Giuda voleva quasi costringere Gesù a difendersi secondo Onnipotenza  e non secondo l’impotenza di Dio che è la potenza dell’amore che sempre ama e perdona. Proprio quell’amore a cui lui non ha creduto,  togliendosi la vita. Ci sono i discepoli che dormono quando invece è  ancora più forte la necessità di pregare e vegliare. 

C’è poi Pietro che pensa di risolvere tutto a colpi di spada. Certo è l’amore  per Gesù che lo spinge a difenderlo con tanto zelo e fervore ma anche  lui deve apprendere che l’amore si difende da solo, non con la violenza  ma continuando ad amare anche quando non è corrisposto.  

C’è la folla che sceglie Barabba al posto del figlio di Dio perché, sobillata,  così gli hanno detto di fare. Ci sono i soldati che riversano la loro  frustrazione sui più deboli, su Colui che per amore si è fatto debole.

Ci sono i passanti che, forti dell’effetto branco, scatenano su Gesù le  frustrazioni delle difficoltà della loro vita, vedendo che Colui che era  sceso sulla terra per liberare il popolo moriva invece sulla croce come un  maledetto. Ci sono i maestri della legge che scherniscono Gesù  invitandolo a scendere dalla croce, non comprendendo che Egli poteva  sì scendere, ma stava inchiodato sulla croce anche per la loro salvezza.

Ci sono i due ladroni: uno, davanti alla sofferenza innocente di Gesù che  prega per i suoi crocifissori, non chiede di scendere dalla croce ma di  essere perdonato e salvato. L’altro, invece, chiede solo di scendere dalla  croce, perdendo la possibilità di essere perdonato e salvato. Per lui conta  solo questa vita, vissuta per di più nel peccato.  

Ma ci sono anche quelli che sostengono il Signore. C’è Simone di Cirene,  inizialmente costretto a portare la croce di Gesù, ma poi coinvolto così  tanto nella sua sofferenza da diventare credente con tutta la sua famiglia. 

C’è il centurione, un pagano, che davanti al modo di soffrire e di amare del Signore, si apre alla fede, confessandone la divinità.  Ci sono le donne che non fuggono, che non lasciano solo Gesù, ma lo  seguono fedelmente fin sotto la croce, insieme a Giovanni il discepolo  dell’amore.

E infine abbiamo Giuseppe che chiederà a Pilato il corpo di  Gesù per dargli degna sepoltura, compiendo almeno quest’opera di  misericordia corporale. Dinnanzi a tutto ciò chiediamoci: «Dov’è il mio  cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci  accompagni durante tutta la settimana» (papa Francesco).

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Mc 14, 1-15, 47 | Missionari della Via 334 kb 0 downloads

Signore, aiutami a cercare la tua gloria che è quella di amare, servire e morir…

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