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don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 24 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 14,1-15,47

In stato confusionale

La Madonna, in disparte, assisteva silente all’ovazione della folla. Sapeva, lei sapeva bene, che gli amori di oggi sarebbero diventati i carnefici di domani. Ciò nonostante, restò fedele al desiderio del suo Figliolo, quello ch’era stato fatto salire in groppa ad un puledro per fargli fare un bagno di folla: “(Ma)donna mia, lasciate fare, voi: non preoccupatevi. Adesso ricordate ciò che, assieme a papà, insegnavate a me: che la libertà è un gran casino!”

Resistette impassibile nel suo cuore aggrovigliato a vedere quell’eccitazione sorda, quel male caldo che montava, come panna, quel silenzio che ti trivellava le orecchie. Chi, quel giorno, riuscì a mantenere il sangue freddo – non perdendo completamente il buon senso più che la ragione – acciuffò al volo che l’Uomo era da ringraziare, invece che da applaudire. Passando e incrociando la faccia di ciascuno dei partecipanti alla Fiera di Gerusalemme, se solo avessero prestato orecchio alla voce di quello sguardo, avrebbero udito parole su misura: “Il fatto è che sei bello incasinato anche tu, fratello. Anche tu sorella, vero: te ne sei accorta?”

E, strada facendo, continuava a rilanciare la sua proposta, nonostante la città non capisse ormai più nulla, avendo scambiato fischi per fiaschi: “Anche in te c’è del buono. Persino in te, che ormai non ci credi nemmeno più, c’è del buono”. Per cogliere tale annuncio, però, occorreva essere disposti ad accoglierlo. Non tutti lo erano. Lui, comunque, continuò a seminare. All’insaputa di tutti. In barba alla folla.

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Maria, in disparte, sta pensierosa. Con lei anche una buona fetta di gente buona. Era tutta gente che, caduta per terra più e più volte, era stata risollevata tutte le volte che servì da quell’Uomo che portava in dote amabili parole oltrechè la guarigione e la salvezza: Maddalena, la Veronica, Pietro, l’emoroissa, l’adultera, il lebbroso, l’indemoniato.

Anche loro, a Gerusalemme, si erano dati appuntamento. Ed erano alquanto stupiti, forse anche imbarazzati, nel vedere l’indifferenza travestita da interesse con la quale veniva accolto il loro san Gesù. Per tutti loro quel sacro Volto riassumeva lo splendore del mondo intero. Ragione per cui soffrivano nel vedere che altri, in mezzo alla folla, manco si degnavano di volgergli lo sguardo: “Non è vero, Maddalena, che dopo si andrà avanti lo stesso – riflettevano tra sé i peccatori perdonati -: dopo ci saranno le conseguenze di questa eccitazione di massa”.

Avessero aperto i microfoni tra la folla – a mò di sondaggio televisivo – in tantissimi avrebbero risposto che si aspettavano grandi cose da quell’Uomo in groppa al puledro: “Ci aspettiamo che, mi aspetto che, si aspettano che”. E così dicendo non coglievano la fallacia del loro cuore: “Chi si aspetta qualcosa da te – avrà pur aver detto, tra una parabola e l’altra, il Cristo, in tempi non sospetti – si aspetta qualcosa da te.

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Non aspetta te: si aspetta qualcosa. Il che è diverso!” Le aspettative, quel giorno, erano altissime. Anche, soprattutto, nel cuore degli amici più cari: pensavano, la maggioranza, che si stessa andando a comandare e che, finalmente, si assistesse alla resa dei conti. Di questo si erano illusi: sognavano sì di essere salvati ma secondo la loro volontà, non secondo quella di Dio.

Lui, in mezzo a tutta quella bruttezza di aspettative, riuscì a firmare il suo più bel capolavoro: quello di non permettere che la bruttezza abbruttisse lui. Nel mezzo di quel ciarpame di cuori, rimase «il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre» (Sal 45,3).

Mantenne il suo proverbiale aplomb anche in mezzo a tutta quella confusione: l’artista trae linfa da tutto ciò che incontra, anche dalle sofferenze (cfr Vangelo della Passione di Gesù Cristo). La cosa più conveniente, se avesse ragionato in termini di convenienza, era battere in ritirata finché era ancora in tempo.

Scelse, invece, di non far fare retromarcia al suo cuore: Cristo, quando s’innamora delle anime, non è di quelli che s’innamora e disinnamora in cinque minuti (e in quei cinque minuti trova anche il tempo per andare in televisione a spiegare cos’è l’amore). Lui è uno di quelli che, fino all’ultimo, tenterà di tenere in vita l’amore. Correndo il rischio di farsi ridere dietro dagli esperti in materia.

Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte

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