Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 2 Giugno 2024

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Unโ€™alleanza per tutti

Il tema dellโ€™alleanzaย unisce in unitร  le tre letture dellโ€™odierna celebrazione del corpo e sangue di Cristo. Lโ€™alleanza stretta da Dio con il popolo di Israele al Sinai e mediata da Mosรจ, รจ accompagnata dallโ€™aspersione del sangue delle vittime sacrificali sui due contraenti lโ€™alleanza: Dio (simbolizzato dallโ€™altare) e il popolo.

Si tratta di alleanza bilaterale che al dono di Dio fa seguire le esigenze di obbedienza e attuazione da parte dellโ€™uomo (Es 24,3-8). Il Nuovo Testamento afferma il compimento dellโ€™antica alleanza in Cristo, nel sangue di Cristo: la morte di Gesรน opera infatti efficacemente quel perdono dei peccati che toglie il grande ostacolo allโ€™obbedienza alle esigenze dellโ€™alleanza (Eb 9,11-14). Le parole di Gesรน durante lโ€™ultima cena attestano che il suo sangue รจ il โ€œsangue dellโ€™alleanzaโ€ (Mc 14,24), cioรจ che in lui si dร  la piena obbedienza a tutte le esigenze dellโ€™alleanza e quindi il compimento di tutti i doni e di tutte le promesse di Dio e non soltanto per Israele, ma per tutte le genti (โ€œversato per moltiโ€: Mc 14,24).

Il vangelo (Mc 14,12-16.22-26) sottolinea cosรฌย il carattere di alleanza proprio dellโ€™eucaristia. Lโ€™atto di mangiare il pane e di bere il vino eucaristici, che significa la partecipazione alla vita di Gesรน, consente di entrare nellโ€™alleanza nuova stabilita da Gesรน stesso. Unโ€™alleanza in cui il credente deve sempre di nuovo entrare perchรฉ essa comporta il passaggio da unโ€™esistenza sotto il segno del peccato a unโ€™esistenza rinnovata dallo Spirito santo.

In via preliminare รจ doveroso ricordare il significato autentico dellโ€™espressione di Mc 14,24 tradotta con โ€œper moltiโ€. Deve essere chiaro che il termine grecoย polloรฌ, letteralmente โ€œmoltiโ€, per lโ€™espressione semitica che vi sottostร , rinvia a una moltitudine inclusiva di tutti, senza distinzioni. Il gesto di Gesรน ha una portata universale. Lโ€™alleanza che egli compie con la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione, ha unโ€™estensione universale.

Quindi il testo non indica un grande numero, non significa โ€œparecchiโ€, ma โ€œtuttiโ€. Qui, nellโ€™espressione che parla del โ€œsangue versato per tuttiโ€, incontriamo lโ€™ennesimo paradosso della fede cristiana: attraverso la peculiaritร  e la singolaritร  della persona di Gesรน, anzi della sua consegna, del suo darsi, del suo andare incontro alla morte, del suo vedersi escluso dalla comunitร  religiosa di appartenenza con la morte infamante di croce, si realizza la dimensione universale della salvezza. Quella dimensione di cui fa memoria lโ€™eucaristia che nel nostro testo viene colta nella sua dimensione di alleanza.

Questa festa offre lโ€™occasione di una riflessione e di una catechesi sullโ€™eucaristia, in particolare nella sua dimensione di alleanza. Lโ€™eucaristia, infatti, รจ il sacramento della nuova alleanza sigillata nel sangue di Cristo (Lc 22,20 e 1Cor 11,25: โ€œQuesto calice รจ la nuova alleanza nel mio sangueโ€; Mt 26,28 e Mc 14,24: โ€œQuesto รจ il mio sangue dellโ€™alleanzaโ€). Lโ€™eucaristia celebra il mistero della donazione di Cristo per gli uomini, anzi, del dono di Dio che nel Figlio, per opera dello Spirito santo, fa entrare la Chiesa nel dinamismo della donazione e dellโ€™amore. Al cuore dellโ€™eucaristia vi รจ il dono che il Figlio รจ per lโ€™umanitร : dono che il Padre, nel suo amore, fa al mondo (โ€œDio ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlioโ€: Gv 3,16), dono di sรฉ che il Figlio fa liberamente e per amore (โ€œIl buon pastore offre la vita per le pecoreโ€ฆ Io stesso offro la mia vitaโ€: Gv 10,11.17; โ€œNessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la vita per i propri amiciโ€: Gv 15,13), dono di amore che lo Spirito santo fa inabitare nel credente (โ€œLโ€™amore di Dio รจ stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci รจ stato donatoโ€: Rm 5,5; cf. Gv 14,16-17.26; 15,26-27; 16,12-15). Il farsi cibo e alimento per la vita degli uomini รจ lโ€™atto ultimo di questo dono e lโ€™espressione piรน radicale dellโ€™amore e dellโ€™oblativitร  del Figlio, รจ il compimento della missione datagli dal Padre e dunque del disegno di salvezza di Dio: โ€œCome il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ chi mangia me, anchโ€™egli vivrร  per mezzo di meโ€ (Gv 6,57).

Ora, nello spazio dellโ€™alleanza la dimensione del dono divino, ovvero lโ€™iniziativa sovrana di Dio, si accompagna allโ€™esigenza della fedeltร  e dellโ€™obbedienza da parte dellโ€™uomo. La legge di questa nuova alleanza compiutasi nellโ€™evento pasquale di Cristo รจ il comandamento nuovo espresso dal IV vangelo: โ€œAmatevi gli uni gli altri, come io ho amato voiโ€ (Gv 13,34). Se nel rituale di stipulazione dellโ€™alleanza sinaitica il sangue versato metร  sullโ€™altare e metร  asperso sul popolo significava che la stessa vita (โ€œil sangue รจ la vitaโ€: Lv 17,11.14) legava Dio e il popolo, ora la vita che unisce i membri della nuova alleanza e le dร  compimento รจ lโ€™agape, lโ€™amore, ma connotato in senso cristologico: lโ€™amore narrato e vissuto da Cristo.

Questo รจ infatti il fondamento che rende possibile lโ€™amore dei cristiani. E lโ€™amore agapico, cioรจ lโ€™amore che Dio รจ (โ€œDio รจ agapeโ€: 1Gv 4,8) e che Gesรน vive e narra, รจ lโ€™amore che ama anche chi amabile non รจ. รˆ lโ€™amore che si manifesta come dono unilaterale e che abilita la comunitร  cristiana allโ€™analoga donazione. La comunitร  che nasce dallโ€™eucaristia รจ pertanto costituita dallโ€™insieme dei โ€œdonanti aโ€ in quanto essi stessi โ€œdonati daโ€ in un circuito di donazione che ha la sua origine dallโ€™alto; รจ formata da โ€œcoloro che amanoโ€ (โ€œAmatevi gli uni gli altriโ€) in quanto essi stessi โ€œamatiโ€ (โ€œcome io ho amato voiโ€: dove ilย comeย ha sfumatura causativa) allโ€™interno di un movimento di amore che sgorga dal Padre.

Laย com-munitasย รจ pertanto il luogo in cui vige la โ€œlogica del donoโ€, delย munus, che รจ al tempo stesso dono e compito, รจ il dono da dare, non quello che si riceve. La comunitร  รจ cosรฌ lโ€™insieme di coloro che si riconoscono debitori lโ€™un lโ€™altro del โ€œdebito dellโ€™amore vicendevoleโ€ (Rm 13,8). รˆ il luogo, anzi, รจ il corpo, in cui ciascuno manifesta il bisogno dellโ€™altro, in cui nessuno dice โ€œIo non ho bisogno di teโ€ (1Cor 12,21), come nel corpo umano un membro non puรฒ fare a meno di un altro membro. Lโ€™eucaristia plasma dunque la comunitร  cristiana stabilendola nella logica dellaย compagniaย (con-soffrire, con-gioire, con-lavorareโ€ฆ) e dellaย reciprocitร ย (accogliersi gli uni gli altri, perdonarsi gli uni gli altri, pregare gli uni per gli altri, amarsi gli uni gli altri, โ€ฆ). Laย koinonรญaย ecclesiale esige dai membri della Chiesa il comportamento comunionale del fare le cose insieme, non gli uniย senzaย oย al di sopraย oย controย oย primaย degli altri, ma gli uni per gli altri, in solidarietร , in accordo, nella partecipazione reciproca.

In un vero spirito sinodale. Ilย convenire in unumย per lโ€™eucaristia non รจ solo un radunarsi nello stesso luogo, ma anche nellโ€™unitร  e nella caritร  di Cristo ed รจ il gesto che evidenzia la Chiesa come gregge radunato dal Cristo-Pastore e ne fa la profezia del raduno escatologico nel Regno dellโ€™umanitร  redenta. Questa dimensione della comunione, che ha la sua origine dal Padre e che apre lo sguardo e il cuore della Chiesa allโ€™intera umanitร  (p. es. con lโ€™intercessione che assume un respiro universale, con la preghiera che vuole raggiungere i bisogni dei popoli, delle Chiese e di tutti gli esseri umani nel mondo), evidenzia laย portata universale ed escatologica della comunioneย vissuta nellโ€™eucaristia. Lโ€™eucaristia non tende semplicemente a rinsaldare i legami intraecclesiali di fraternitร , ma si apre a sperare e invocare la salvezza per tutti perchรฉ essa significa la destinazione universale dellโ€™azione salvifica di Dio.

Lโ€™eucaristia รจ ilย sacramentumย della comunione. Se il pane, che รจ il corpo di Cristo, รจ donato per la vita del mondo (Gv 6,51), e il vino offerto รจ il sangue versato per molti (Mc 14,24), cioรจ, come abbiamo specificato, per tutti, allora la comunione celebrata nella sinassi eucaristica non puรฒ essere ristretta a misure umane, ma deve mantenere lโ€™ampiezza di orizzonte che essa ha nel disegno salvifico di Dio. Questa ampiezza che non ha confini รจ lโ€™ampiezza dellโ€™agape di cui la lettera agli Efesini afferma lโ€™incommensurabilitร  mediante il ricorso al linguaggio delle misure. In Ef 3,17-19 si dice: โ€œIl Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e cosรฌ, radicati e fondati nella caritร , siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia lโ€™ampiezza, la lunghezza, lโ€™altezza e la profonditร , e conoscere lโ€™amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perchรฉ siate ricolmi di tutta la pienezza di Dioโ€.

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E questa ampiezza di orizzonte dellโ€™agape e dunque dellโ€™azione di Dio, รจ significata anche dalla Preghiera eucaristica, non solo dal pane e dal vino eucaristici: anche la Preghiera eucaristica รจ creatrice di comunione, perchรฉ confessa nella lode lโ€™agire con cui il Padre riconcilia a sรฉ lโ€™umanitร  in Cristo. Questeย dimensioni comunitaria e universale della comunioneย significata dallโ€™eucaristia non possono far dimenticare la necessariaย dimensione personaleย della stessa: nellโ€™alleanza Dio si lega con il suo popolo costituendolo come corpo, ma raggiunge anche ciascuno dei membri del corpo. Se celebrando lโ€™eucaristia la Chiesa dice la propria identitร  di appartenente a Cristo, ogni credente, inserito nel corpo ecclesiale, trova anche la propria personale identitร  di appartenente a Cristo. E la trova in modo oggettivo ed ecclesiale, lontano dai rischi di derive intimistiche o spiritualistiche.

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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