Il Vangelo del Giorno, 3 Maggio 2017 – Gv 14, 6-14

Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
3 Maggio 2017 – Gv 14, 6-14

IV Settimana del Tempo di Pasqua

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  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Martedì
  • Il Santo di oggi: S. Pio V; S. Giuseppe B. Cottolengo
  • Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
  • Letture del giorno: 1 Cor 15, 1-8; Sal 18; Gv 14, 6-14

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Gv 14, 6-14
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».

Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno – Gv 14, 6-14

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Mostraci il Padre e ci basta.

Nel quarto Vangelo, Gesù parla spesso della sua relazione con il Padre, della sua unione con lui, della missione ricevuta da lui. Così questo suo continuo riferirsi al Padre suscita nei discepoli un giusto e curioso desiderio di vederlo. Questa volta si fa promotore l’apostolo Filippo a nome degli altri, vorrebbero qualcosa di più immediato: una visione diretta del Padre.

Naturalmente Filippo con questa sua innocua richiesta si procura da Gesù una bella tiratina d’orecchio. “Da tanto tempo sono con voi, e tu, Filippo, non mi hai ancora conosciuto?”. Il desiderio più che naturale di vedere Dio con i nostri occhi è impossibile. “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è in un ‘tu per tu’ con il Padre, egli lo ha rivelato”. Chiedevano una visione oculare di Dio. Ora questa visione di Dio, dopo la risurrezione si ottiene mediante una conoscenza e questa conoscenza – intima comunione – si raggiunge attraverso la condivisione di vita con il Signore. E a chi vive così, Gesù ha assicurato che “si manifesterà”.

Chi crede infatti, vede con gli occhi della fede, con gli occhi dell’amore. Un proverbio dice: “Il cuore vede più dell’occhio”. Gesù riafferma davanti ai suoi discepoli: “Chi ha visto me, ha visto il Padre. Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me. Credetelo almeno per le opere che io compio nel suo nome”. Parole di una inaudita portata che i discepoli comprenderanno pienamente quando lo Spirito Santo scenderà su di loro, e ne faranno un profondo motivo di vita. Parole che Filippo si porterà dentro, nella sua missione nel paese degli Sciti, dove secondo la tradizione, fu martirizzato.

Di questo Giacomo, detto il minore, figlio di Alfeo, non si ha nessuna notizia durante la vita di Gesù al di là del nome nell’elenco degli apostoli. Il suo ruolo principale ha inizio dopo l’ascensione di Gesù. Infatti nella prima Chiesa Giacomo godette di una particolare autorità. Divenne vescovo di Gerusalemme. San Paolo, dopo la conversione, tornando a Gerusalemme, si diresse subito alla casa di Giacomo, per ricevere istruzioni. Poi, dopo qualche anno, ci ritornò per sottoporre all’Apostolo quanto aveva fatto, motivando tale essenziale incontro: “per non correre in vano”. Il suo aspetto e la sua vita lo facevano degno di grande rispetto.

Eppure anch’egli cadde vittima della persecuzione di pochi facinorosi. Venne portato su un punto elevato del tempio, perché rinnegasse la sua fede in Gesù. Ma fu spinto giù per non aver rinnegare la fedeltà al suo amato Signore, e così fu il primo apostolo ad essere martirizzato.

Era l’anno 62.

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