Il Vangelo del Giorno, 3 Agosto 2016, Mt 15, 21-28

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Il testo ed il commento al Vangelo del 3 agosto 2016 – Mt 15, 21-28

XVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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https://youtu.be/Pr4gl9nEMNA

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Seconda settimana del Salterio
  • Mercoledì – 18.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Lidia
  • Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge
  • Liturgia: Ger 31, 1-7; Sal da Ger 31; Mt 15, 21-28

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Mt 15, 21-28
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 15, 21-28

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]Più fede e meno “capricci”.

Se la preghiera è insistente, come ci assicura il Signore, si viene esauditi: è il caso della donna cananea del Vangelo di oggi. Di fronte a questo episodio viene da chiedersi se davvero tutto è già scritto, stabilito, se il Signore non dèroghi mai ai suoi piani. Ma, il problema è davvero molto arduo per risolverlo in questo nostro incontro quotidiano. Infatti, “chi mai ha conosciuto i pensieri del Signore, o chi è stato suo consigliere?”.

Lasciamoci guidare dalla Sua Parola e facciamoci prendere dal sentimento di abbandono fiducioso che ravvisiamo nella donna cananea. Imploriamo, “scocciamo” Dio nella certezza di essere esauditi in modi e tempi a noi sconosciuti. Quanti hanno fatto l’esperienza della preghiera di domanda sanno che non sempre hanno ricevuto ciò che chiedevano, ma che la fede nel chiedere ha espresso nuove e inattese forme di risposta. L’importante è non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e dalla sfiducia, come accadeva spesso agli Israeliti.

Il senso di non gestire più la propria vita e di averla messa in mano a Qualcuno che non adempie le promesse è una constatazione che sovente càpita di fare. È una forma di orgoglio da cui dovremmo liberarci per dare spazio all’abbandono nelle mani di un Padre che ha un metro di misura diverso dal nostro e le cui vie sono sì inaccessibili ma altresì cariche di misericordia e ricche di bene per tutti. Potremmo sintetizzare dicendo: più fede e meno “capricci”: è questo che crea delle persone adulte, in grado di pregare con le parole insegnàteci da Gesù.

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