Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo di domenica 31 ottobre 2010

In questa 31.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù entra a Gerico, attorniato dalla folla. Zaccheo, ricco e disonesto esattore delle tasse, sale su un albero per vederlo. Il Signore incontra il suo sguardo, quindi entra a casa sua tra le critiche di tutti che dicono: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo si converte affermando: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù risponde:

«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

Curioso e quasi ridicolo questo omino che corre avanti e si arrampica lesto su un tronco d’albero per cercare di vedere Gesù. La folla, che odiava Zaccheo per il suo mestiere di esattore strozzino, ci prova gusto a togliergli la vista quando passa Gesù. Perché almeno lì la sua prepotenza sia umiliata, come per una piccola vendetta. La sua corsa e il suo curiosare forse però indicano un affanno interiore. Gesù più che la posizione ridicola, coglie nella corsa e nell’agitarsi sopra un albero proprio un primo inizio di conversione. E la completa autoinvitandosi a casa sua, per un incontro a quattr’occhi, fuori dai condizionamenti sociali. È lì in casa che avviene la conversione, un vero cambiamento radicale nei rapporti con gli altri: la restituzione del maltolto e una solidarietà generosa, oltre la giustizia. La gente d’attorno non aveva gradito quell’improvvisa simpatia, e parla male. Ma Gesù non si lascia ingabbiare dai pregiudizi, né si ferma alle apparenze, egli sa intuire risorse originali anche nelle storie più intricate. Zaccheo si è sentito amato e ha capito bene anche che la conversione non è solo nuovo rapporto con Dio, ma pure nuova relazione col prossimo. E questo lo ha messo subito in pratica.

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