ร entrata lโultima persona prima di te, tra poco il tuo cognome verrร pronunciato e tu dovrai entrare a sostenere lโesame; senti la solita, fortissima ansia. Arriva il classico amicone sorridente, che ti vede nel corridoio, capisce la situazione e deve assolutamente fare la sua parte: โEhi! Ma che ti preoccupi a fare, รจ un esame facilissimo! Stai tranquillo, mi raccomando, va tutto liscio!โ. Tu in quel momento lo detesti come detesti chi ti dice di non essere arrabbiato quando sei arrabbiato, di non essere invidioso quando sei invidioso, di non avere paura quando hai paura, di non avere fretta quando sei tempestato di impegni.
E, diciamocelo, anche Gesรน qui sa proprio di maestrino antipatico, con la sua assurda lista di cose da fare: perchรฉ sรฌ, magari per educazione e quieto vivere non mi metterรฒ a litigare col mio coinquilino/amico/parente/partner/fratello (in una parola, col mio prossimo) per ogni suo sbaglio, a fargli notare ogni sua mancanza, a discutere per ogni cosaโฆ Perรฒ, Gesรน, non puoi chiedermi di non giudicarlo, di perdonarlo dentro di me, di togliergli il broncio: lui mi dร fastidio! Se anche provo a non pensarci quel che mi ha fatto continua a tornarmi in mente e innervosirmi!
Eppure qui lui lo fa, lo chiede. Non gli basta che evitiamo di sparlare, non gli bastano i โtranquillo, non fa nienteโ detti a denti stretti: vuole che il nostro perdono sia interiore e profondo, che siamo capaci di assumere la prospettiva dellโaltro nel formulare i nostri giudizi, che siamo noi stessi a sforzarci di trovare giustificazioni per quel che ci hanno fatto di male. In una parola, sembra pazzo.
Non ci sta semplicemente imponendo di non avere pensieri cattivi, come fosse un maestro severo, ma si pone nella nostra vita come un medico che ci cura con la sua misericordia, vera medicina per tutto quello che ci infetta dentro. Questo perdono ci rende capaci di offrirlo a nostra volta: quando provi la gioia di essere amato cosรฌ come sei, i torti degli altri non possono togliertela. Solo cosรฌ diventiamo capaci di vedere lโaltro per comโรจ, come fratello e non come nemico.
Comunitร Centro Poggeschi
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