Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 8 Luglio 2020

Una lenta, attenta e precisa cura di ogni dettaglio. Un sussurro deciso, nella brezza leggera, che nasconde in sé l’infinito. Tu, Signore, mi insegni il valore della pazienza e lì dove cerco forza, tu mi insegni la mitezza. Questo è il tempo di cercarti, il mio cuore lo sa da tanto, ma le mie braccia stanche continuavano a zappare la terra, le mie gambe indolenzite non hanno mai smesso di correre lungo il fiume.

In fondo la tua parola delicata, il tuo invito per me, è quello di guardarmi anzitutto intorno. Tu sei lì, nascosto dietro l’inferriata, che sussurri il mio nome e io non so da dove partire. Eppure mi hai fatto poco meno degli angeli e mi hai dato potere sugli spiriti impuri. Mi chiami a te e mi restituisci alla terra. Scopro che la missione è fra i miei amici, nella mia famiglia, nei miei studi, nel mio luogo di lavoro.

Mi indichi la via, ma mi accorgo che è dissestata e capisco che, strada facendo, sono io con i miei piedi a doverla costruire, e così con le tue parole guarire. È questo il regno dei cieli? È qui vicino? Qui tra le pecore perdute della mia città?

Padre eternamente buono, Dio della meraviglia, forse il mio vecchio nome non mi serve più, perché me ne hai dato uno nuovo. Così lo accetto, Signore, padre dei poveri, e nel riposo corro senza sosta.

Marco Ruggiero


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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