Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 7 Aprile 2022

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Una discussione accesa che si concluderร  con un tentativo di lapidare Gesรน. รˆ in un momento di โ€œalta tensioneโ€ che dobbiamo collocare queste parole che, in un crescendo di intensitร , ci conducono alla definizione dellโ€™Io.

Io dico. Gesรน irrompe come verbo fin dal prologo del vangelo di Giovanni. Allโ€™inizio di questo vangelo non troviamo lโ€™infante ma una parola che precede la carne, che viene dallโ€™eterno. Quella stessa parola si porrร  a servizio delle mani, quelle che guariscono, lavano, tirano fuori dai sepolcri. La parola di Gesรน รจ soprattutto a servizio della vita, vita che vince sulla morte in eterno; siamo cadaveri di morti quotidiane che automaticamente affrontiamo e che la nuova vita promessaci da Gesรน non prevede.

Io conosco. Quanti scontri sulla conoscenza! E quante divisioni nella stessa chiesa fondate sulla superbia di conoscere Dioโ€ฆ La conoscenza che Gesรน, il Figlio, ha del Padre porta le scottature della preghiera nel deserto e la lenta gestazione in una Nazaret da cui non puรฒ venire nulla di buono. Solitudini e fallimenti che gli hanno fatto sentire il battito del cuore di Dio.

Io sono. Quando dalla croce la solitudine sarร  assoluta, e con essa misteriosamente la comunione col Padre, Gesรน manifesterร  nella carne ferita queste parole. Il corpo muto rivela lโ€™Io. Ecco che posso scoprire anche il mio Io in dialogo con lโ€™icona dโ€™amore che lโ€™Io di Dio ha dipinto sul calvario.

Giuseppe Amalfa SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato