Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Gennaio 2022

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Adorare. Per tre volte oggi ascoltiamo questa parola.

Fine. La prima volta la troviamo sulla bocca dei Magi, sapienti dโ€™oriente, uomini che si mettono in cammino da dove sorge il sole: ad-orare, andare a pregare, รจ il fine del loro mettersi in moto. Forse posso percepire un contrasto tra la concretezza del camminare, fare strada, e il pregare che nellโ€™immaginario comune di concreto ha ben poco. Una scia di luce unisce gli estremi di questo spostamento: a un estremo lโ€™oriente di ogni alba, allโ€™altro una stella che sorge su Betlemme. Luci con intensitร  diverse, che tracciano un pellegrinare dellโ€™anima.

Turbato. Al centro del racconto รจ Erode a ripetere il termine adorare. Che senso puรฒ avere sulle sue labbra? Ma, piรน che il senso, Erode ci consegna ciรฒ che gli procura: adorare รจ ciรฒ che genera in lui turbamento. Apprendere da gente venuta da lontano che cโ€™รจ un re in Giudea, che puรฒ essere adorato e che non รจ lui, lo turba. Tuttavia Erode non รจ uno sprovveduto, capisce che si tratta del Messia, dovrebbe saper collocare lโ€™evento nel giusto piano; il Messia รจ il vero re, lโ€™unto di Dio degno di adorazione, e la monarchia in Israele รจ un aggiustamento in vista del vero regno di Dio. Erode entra in uno stato di confusione: capita di chiedere al Signore di farsi presente nella nostra vita, ma quando ciรฒ avviene e non corrisponde con i nostri calcoli โ€“ come Erode โ€“ possiamo essere turbatiโ€คโ€คโ€ค

Prostrarsi. La meta di tanto camminare, il luogo indicato da un astro visibile da lontano, รจ una casa. Una madre col suo bambino la abitano. Disarmante regalitร  in uno squarcio di vita domestica al cospetto della quale si compie il fine dei Magi: adorare. Ecco unโ€™altra azione che spiega come adorare, il prostrarsi: la sosta del corpo dopo il suo andare. E allora ecco la concretezza dellโ€™adorare, il corpo disarmato davanti a Dio, lo sguardo basso e la mano di un bambino come carezza.

Dopo tanto cielo รจ la terra che mi abbraccia.

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Giuseppe Amalfa SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato