Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 30 Giugno 2022

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È bella la semplicità con cui Gesù riconosce la fede del paralitico e dei suoi compagni. Lui sta insieme a loro e lì vede la loro fede. La legge direttamente nel cuore. Senza troppe formalità, senza troppi discorsi. Quasi immediatamente.

Ma agli scribi manca questa capacità di entrare in contatto col cuore delle persone. Sono addestrati al rigore formale della Legge e possono interpretare le parole di Gesù in una sola maniera: come una bestemmia. Pure loro hanno una paralisi, nel cuore!

E anche a noi capita di fare l’una e l’altra esperienza.

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Spesso siamo investiti della grazia di una capacità di empatia e comprensione che riesce a creare un ponte da cuore a cuore. E questo accade tanto più quanto più abbiamo allenato, come un muscolo, questa capacità di connessione.

Qualche volta, tuttavia, non riusciamo a creare questa connessione con l’altro. Ci sono tasti che, se toccati, ci fanno chiudere. A volte basta una parola di troppo, a volte basta un evento che delude le nostre aspettative. In queste occasioni ci indigniamo, ci offendiamo, vediamo l’altro solo come una minaccia a noi o alla nostra felicità.

Ma come sempre, presto o tardi arriva qualcosa che ci provoca.
Se facciamo attenzione ai pensieri e alle emozioni che accompagnano il nostro stato d’animo, ci accorgiamo già che l’atteggiamento di chiusura non ci fa stare bene, non ci regala gioia. Ci regala al più paura, diffidenza, finanche odio. Scurisce le nostre giornate e non dà frutti.

Gesù che guarisce l’anima e poi il corpo del paralitico, è Dio che si fa strada dentro di noi per guarire le paralisi del nostro cuore chiuso. E lì viene per noi l’occasione di essere grati e gioire, rendere gloria a Dio.

Ettore Di Micco

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato