Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 21 Gennaio 2023

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Dopo aver chiamato i Dodici, Gesù continua ad aprire loro la strada, questa volta entrando in una casa: il Figlio di Dio desidera abitare ciò che abito io, uno spazio ferito in cui addentrarsi, fermarsi, mettersi a sedere. Prendere tempo, dilatarlo. Solo a partire dal paziente sostare nei miei giorni, dal portarli con me con amore, Gesù può sanare la mia casa.

Subito, di nuovo, si raduna una folla: la messe è molta. I cuori che desiderano incontrare il Signore sono tanti, poi altri, e altri ancora, al punto che le priorità cambiano, e con esse le giornate di Gesù, che non ha paura di lasciare che la sua vita, per scorrere, cambi. Allora mangiare diventa secondario, i suoi bisogni non lo preoccupano: a quelli penserà il Padre. Gesù è tutto occupato dal mistero di chi ora è oltre la soglia che ha varcato, fuori di sé.

La situazione preoccupa, però, i Dodici: serve tempo per sintonizzarsi sulla novità che ha portato lo stile con cui il Maestro ama. Sono in allerta: non ha potuto mangiare. Proteggere il Signore ora è la priorità: corrono a prenderlo, non desiderano per lui che un po’ di quiete e un pasto caldo. È il nostro sincero bene di discepoli, povero ma sollecito, che spesso ci porterebbe a frenare chi amiamo, a trascurarne i desideri “folli” per preservarne i bisogni.

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Ma Gesù porta il cielo dentro, vive di cielo: è così libero da sé perché si fida del Padre. Sa di essere tutto nelle sue mani. «È fuori di sé»: l’evidenza è un’intuizione che dice bene. L’umanità piena di Gesù è tutta nell’altro. È tutta fuori di sé.

Melania Condò

Rete Loyola (Bologna)

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato