Essere curati dalla paura che nessuno si prenda cura di noi e che dobbiamo salvarci da soli, sgomitando piรน o meno consapevolmente, piรน o meno violentemente, contro gli altri.
Essere curati dallโidolatria delle logiche economiche, gestionali, dalla consapevolezza bucata di chi afferma di sapere per certo come va il mondo, visioni che considerano solo dei pezzi della realtร , solo alcune delle risorse e delle potenzialitร disponibili, quasi mai quelle che possono fare la differenza, quelle che possono fare il miracolo.
Essere curati dalla fretta e dallโagitazione che rende impensabile, assurdo, fermarsi un momento prima di mangiare, prima di spezzare il pane, nostro, quotidiano. Essere confermati nel coraggio di alzare gli occhi al cielo, ringraziare, benedire, distribuire a ciascuno.
Riconosciamo quanto abbiamo bisogno di queste cure: intanto io, intanto il gruppetto di quelli con me, in realtร tutti, proprio tutti. Saziati, contemplare le ceste ancora piene e le nostre preoccupazioni trasformate in speranza: speranza di essere, anche noi, pane per altri, cura per altri.
Matteo Suffritti SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



