Non mi condanni, Signore. Nemmeno quando vengo sorpresa in flagrante, nemmeno quando la mia caduta รจ pubblica, indifendibileโฆ Direi imperdonabile, ma imperdonabile non รจ, perchรฉ sotto il tuo sguardo tutto si fa chiaro e il mio capo chinato trova la forza di sollevarsi.
Non cโรจ legge che mi impedisca di guardarti negli occhi, di lasciarmi guardare negli occhi da te, se solo te lo permetto. Eppure la vergogna mi appesantisce il capo, lo sguardo, il cuore. Tengo la testa bassa per non veder volare la pietra che mi colpirร , sigillando la mia inadeguatezza, firmando la mia indegnitร . Ma la tua voce mi attira e il mio sguardo per cercare il tuo lotta col peso della vergogna e vince.
Sollevo il capo e tu sei lรฌ, pure sorridente.
Nel tuo sorriso si discioglie il timore: non mi condanni, tu โ e, anzi, disinneschi ogni condanna, perchรฉ sotto al tuo sguardo siamo tutti piccoli e grandi allo stesso modo, creature mortali e imperfette eppur degne. Degne dโamore, degne dโattenzione. Umane come tu stesso hai scelto di farti, rivestendoti di questa carne fragile e fallibile che in te diventa cosa sacra e degna di lode pure nellโerrore.
Verena M.

Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
